UE – Bruxelles. Il Parlamento europeo mette al bando i prodotti cosmetici ottenuti con la vivisezione: il divieto, in vigore dall’11 marzo, obbliga i concorrenti d’oltre oceano ad adeguarsi alle nuove regole per continuare a vendere nel Vecchio continente. Gli ambientalisti festeggiano e l’Europa si impegna a produrre e vendere solo prodotti “cruelty free”.
La decisione del Parlamento europeo di vietare ed abolire test su animali per prodotti cosmetici è il punto di arrivo di un iter legislativo che si è concluso l’11 marzo: dopo venti anni di battaglie e di divieti graduali, conigli, cani e cavie non verranno più avvelenati ed ustionati per testare rossetti, fondo tinta e creme.
Il divieto imposto dal Parlamento Europeo nasce da un terreno controverso: il bando non è infatti un punto di svolta puramente etico, ma un punto di arrivo importante anche per la difesa dei cittadini. I nuovi test che usano metodologie alternative alla vivisezione, secondo il parere specializzato di molte associazioni, sarebbero più efficaci dei vecchi sistemi. Tuttavia, la comunità scientifica nutre pareri discordanti al suo interno.
La normativa italiana ed europea ha imposto divieti graduali nel corso degli anni: già da marzo 2009, nessun ingrediente dei cosmetici poteva essere testato su animali entro i confini dell’Unione europea ed era vietato commercializzare nel vecchio continente prodotti che contenevano ingredienti testati su animali., nati al di fuori del territorio comunitario. Nonostante ciò, dai divieti restavano fuori cinque test, altamente invasivi e diffusamente praticati: tossicità riproduttiva, tossicocinetica e tossicità per uso ripetuto, inclusi sensibilizzazione cutanea e cancerogenicità.
I cinque test sono stati proibiti, rendendo la produzione di cosmetici in Europa totalmente “cruelty-free”.
La ricerca scientifica sta rafforzando l’approccio che punta ad arrivare alla sicurezza e all’efficacia di test basati su colture cellulari, dove si riproducono campioni di tessuto umano, e su software avanzati.
L’ Europa, che da sola rappresenta metà del mercato mondiale di cosmetici, ha così imposto un nuovo modello legislativo a livello globale, basato su una rapida innovazione scientifica legata ad una forte motivazione etica.
Ora i concorrenti dovranno adeguarsi se vorranno esportare nel Vecchio continente: la Cina resta uno dei pochi Paesi a rendere obbligatori i test sugli animali per la produzione e le verifiche di sicurezza nel campo della cosmesi e sono in molti a domandarsi se manterrà questa linea legislativa.
Nel frattempo, la Lav (Lega anti vivisezione) festeggia il successo e le leghe ambientaliste approvano pienamente il provvedimento, sperando che presto anche gli altri Paesi rompano questo tabù per perseguire la strada dell’innovazione e del futuro.