
Dopo la conclusione della campagna offensiva del veterano Aba Nawed, iniziata il 24 settembre e conclusa il 10 ottobre, che ha occupato le forze dell’Ethiopian National Defense Force (ENDF) nella regione Amhara, si è registrato un aumento degli scontri in tutta l’Etiopia. Il gruppo Oromo Liberation Front – Oromo Liberation Army (OLF-OLA) ha rilasciato diverse comunicazioni, nelle quali vengono riassunte le loro attività ed operazioni nella regione dell’Oromia.
Secondo alcuni rapporti divulgati dal gruppo armato oromo, negli scontri avvenuti tra il giorno 11 e il 14 ottobre hanno interessato diverse aree della regione Oromia comprese: la zona East Arsi, l’area circostante alla città di Shene e la provincia di East-Shewa. In quest’ultima area geografica, le unità che hanno iniziato gli scontri l’11 ottobre appartenevano al comando OLF-OLA identificato come Hore Arsadi. L’ENDF, viste le evidenti difficoltà nel gestire più scontri interni contemporaneamente, secondo alcune fonti locali si starebbe ritirando e riorganizzando nel distretto di Soodo Daacci nella Soth-West Shewa, in vista di una probabile controffensiva.
La ripresa dei combattimenti nella regione Oromia ha comportato, come già accaduto durante gli scontri avvenuti in estate, un forte aumento di crimini registrati all’interno della società civile oromo. Nei villaggi o nelle piccole città vicine alle zone di combattimento piccoli gruppi sfruttano l’instabilità interna, dovuta alla minor presenza delle autorità locali occupate negli scontri, per colpire la popolazione civile. Il 13 ottobre nella provincia di East-Welega l’OLF-OLA ha arrestato 5 individui all’interno della città di Nekemte colpevoli di diversi furti – svolti in nome dello stesso OLF-OLA – per un totale stimato di 50 milioni di birr (corrispondenti a quasi 340 mila dollari).
L’Esercito rivoluzionario di Liberazione Oromo, dopo aver dichiarato che i soggetti in questione non appartenevano attivamente a nessuna delle loro unità, ha comunicato che i 5 uomini sono anche artefici di almeno 10 omicidi di proprietari terrieri nelle aree circostanti. Successivamente i vertici dell’OLF-OLA hanno rilasciato ulteriori comunicazioni più precise ai media locali, nelle quali è stato dichiarato pubblicamente che gli artefici dei saccheggi, delle rapine e degli omicidi a scapito della popolazione civile sarebbero ex membri dell’Esercito di Liberazione Oromo.
I soggetti in questione, secondo quanto detto da membri attivi del gruppo oromo, sarebbero però stati già da tempo espulsi dalle unità militari OLF-OLA a causa delle loro opinioni troppo radicali ed estreme. Jal Jiregna, uno dei consiglieri politici del gruppo rivoluzionario oromo, ha dichiarato che il vero Esercito di Liberazione Oromo guidato da Jaal Maroo non partecipa a questo genere di attività criminali e che non estorce denaro alla popolazione civile.
Anche il gruppo Amhara Fano National Front (AFNF) non è rimasto in silenzio davanti alle notizie dell’accanimento degli ex membri dell’OLF-OLA contro la popolazione civile, criticando aspramente tutto il gruppo. AFNF ha dichiarato che alcune unità delle milizie oromo sono state avvistate oltre al confine della regione Oromia, precisamente nelle province di West-Gojjam ed East-Gojjam.
Per quanto AFNF non riconosca, almeno apparentemente, le diversità delle stesse milizie ed unità interne all’OLF-OLA, è un evidente limite che non permetterà nel breve termine di creare un’alleanza strategica contro l’ENDF, come fatto da poco tra Amhara e le milizie Afar. Per non parlare della storica avversione tra i popoli oromo e amhara, che seppur attualmente vedano un nemico comune nell’ENDF, sembrano non essere vicini a raggiungere una quadra.
Allo stato attuale però la chiara frammentazione interna dell’Esercito di Liberazione Oromo può rappresentare una grande opportunità per diversi attori presenti sulla scacchiera geopolitica in cerca di nuovi alleati.
Sempre nella sopracitata provincia di East-Welega tra il 13 e il 14 ottobre l’OLF-OLA ha riportato in alcune recenti comunicazioni interne l’arresto di due spie dell’ENDF, informatori pagati per comunicare alle autorità etiopi le posizioni e gli spostamenti dei miliziani oromo, i quali stanno pianificando e organizzando ulteriori attacchi contro le posizioni dell’esercito nazionale etiope.
Gabriele Leone
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