ETIOPIA. Il Premio Nobel va alla guerra

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Ripubblichiamo l’articolo di presentazione dell’ultima puntata di Risiko, dedicata al recente conflitto etiopico. Il podcast della trasmissione può essere ascoltato cliccando qui.

In questa puntata di Risiko, Antonio Albanese e Graziella Giangiulio ci portano a conoscere le dinamiche che interessano gli attuali scontri nel Corno d’Africa. Il conflitto, in atto in Etiopia, ruota attorno alla figura del Primo Ministro etiope, Abiy Ahmed Ali. Un politico riformista, insignito lo scorso anno del Premio Nobel per la Pace per aver messo fine al ventennale conflitto con l’Eritrea. 

Abiy Ahmed Ali è stato il fautore dell’elezione del primo Presidente donna dell’Etiopia, Sahle-Uork Zeudè; ha liberato un grande numero di detenuti politici; ha avviato riforme al sistema economico, in senso liberale; riformato l’esercito e il sistema dei servizi segreti. È anche il primo Premier di etnia oromo dal 1991. Fino al suo insediamento nel 2018, infatti, il Primo Ministro in carica è sempre stato espressione dell’etnia tigrina, nonostante questa rappresenti soltanto il 6% della popolazione etiope. È proprio questo aspetto ad aver accesso gli animi nella Regione del Tigrè, con una guerra a distanza culminata lo scorso novembre con la decisione del Premier Abiy Ahmed di sciogliere il parlamento tigrino.

Un conflitto civile che i tigrini stanno tentando di internazionalizzare, e in questa chiave si può interpretare l’attacco nei confronti dell’Eritrea, con il lancio dei razzi contro Asmara nella notte del 13 novembre scorso. L’intento è quello di creare una reazione a catena, per indurre anche l’Egitto e il Sudan ad intervenire, in ragione della disputa relativa alla costruzione della diga di Gerd (Grand Ethiopian Renaissance Dam), fortemente voluta dal leader etiope, ma sulla quale non è stato trovato un accordo con i Paesi coinvolti per un equo sfruttamento delle risorse idriche del Nilo. L’Etiopia nei scorsi mesi ha annunciato la volontà di portare a conclusione il progetto, anche senza un accordo con Egitto e Sudan. Una decisione che ha indotto l’amministrazione Trump a bloccare i fondi, ma in soccorso di Abiy Ahmed è intervenuta la Cina.

Ad ogni modo, l’attacco verso l’Eritrea non ha sortito l’effetto sperato dai leader del Tigrè, ed è probabile (oltre che auspicabile) che il conflitto rimanga all’interno dei confini etiopi. Nel frattempo, il Premier Abiy, ha chiesto alla comunità internazionale di rimuovere dagli incarichi internazionali i rappresentanti etiopi di etnia tigrina, il cui rappresentante più illustre è il Direttore Generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nel podcast, tutte le dinamiche e le possibili evoluzioni di questo scenario, in cui troverete anche un contributo della dr.ssa Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa, che ci ha edotto sul ruolo dell’Italia in Etiopia e, in generale, nel Corno d’Africa.

Buon ascolto!

Cristina Del Tutto