La tensione nell’Africa orientale sta aumentando, dopo che il primo Ministro etiope, questo fine settimana, ha respinto il suggerimento dell’Egitto di far dirimere alla Banca Mondiale i disaccordi in corso sulla costruzione della diga sul fiume Nilo. La posta in gioco è alta per entrambi i paesi, riprova VoA.
L’Etiopia dice che la diga idroelettrica da 5 miliardi di dollari fornirà energia a milioni di persone che hanno disperato bisogno di energia elettrica. L’Egitto dice che interromperà il flusso di acqua dal Nilo, mettendo a repentaglio l’agricoltura nel paese. L’Etiopia ha anticipato che la diga, ora nel suo settimo anno di costruzione, sarebbe stata completata l’anno scorso, ma il progetto è completo solo a circa il 60 per cento, secondo Associated Press. Il rifiuto dell’arbitrato è l’ultima battuta d’arresto di una contrapposizione durata mesi ed è anche uno dei molti conflitti regionali accentuati dalla crescente lotta di potere tra gli Stati del Golfo che continua a diffondersi nell’Africa orientale.
Se le tensioni diplomatiche non vengono risolte, potrebbero trasformarsi in scontri militari e guerre per procura, prosegue VoA. È emersa un’importante concorrenza tra diverse parti arabe, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti da una parte e il Qatar e la Turchia dall’altra; la crisi del Golfo ha semplicemente messo in luce le tensioni tra queste potenze regionali che si protraevano da tempo. È in realtà un potente catalizzatore di molte linee di rottura, soprattutto sulle acque del Nilo.
L’espansione della presenza della Turchia ha avuto un effetto particolarmente destabilizzante: Ankara prevede di costruire un bacino navale nella città portuale sudanese di Suakin, dopo aver costruito una base militare a Mogadiscio, per addestrare i soldati somali nella lotta contro al-Shabab.
Mentre Egitto ed Etiopia hanno la maggior parte del peso diplomatico nella regione, altri attori vedono opportunità di affermarsi tra nuove tensioni e una crescente presenza araba. Etiopia e Sudan hanno sviluppato un’alleanza strategica; Egitto e Eritrea si sono avvicinati, con presenza di soldati egiziani alla base militare Sawa.
Per il Sudan e l’Eritrea, la tensione tra Egitto ed Etiopia rappresenta un’opportunità per acquisire nuove basi e creare partenariati proficui. Il Sudan deve affrontare una strada difficile verso la ricostruzione della sua economia sulla scia dell’abolizione delle sanzioni statunitensi. L’Eritrea, ancora soggetta a sanzioni, vede l’opportunità di emergere dall’isolamento e affrontare le proprie vulnerabilità e questioni migratorie.
Luigi Medici