ETIOPIA. Bombe contro il neo premier

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Quattro morti e un centinaio feriti: è questo il bilancio dell’esplosione avvenuta al primo raduno del nuovo Primo Ministro etiope ad Addis Abeba.  Abiy Ahmed aveva appena finito di parlare di fronte ad una folla di migliaia di persone, quando è stata lanciata una granata verso il palco dove era seduto. L’autore è stato bloccato dalle persone che gli erano vicine e tre sospetti, due uomini e una donna, sono stati arrestati.

Abiy è diventato primo ministro solo dopo che il suo predecessore Hailemariam Desalegn si è dimesso inaspettatamente lo scorso febbraio. È anche il primo leader del paese di etnia Oromo, etnia che è stata al centro di quasi tre anni di proteste antigovernative che hanno causato la morte di centinaia di persone. Da quando ha assunto l’incarico Abiy ha iniziato ad approvare una serie di riforme, tra cui lo sblocco di centinaia di siti web e canali televisivi. Ha inoltre dichiarato di essere pronto ad attuare pienamente un accordo di pace con l’Eritrea firmato nel 2000, dopo due anni di guerra.

Ha 42 anni ed è nato nella città di Agaro in Oromia da una famiglia mista cristiano-musulmana, è entrato a far parte dell’Organizzazione democratica popolare di Oromo, Opdo alla fine degli anni Ottanta. Ha prestato servizio militare, ha fondato l’Agenzia per la sicurezza e la rete informatica del paese, responsabile della sicurezza informatica in un paese in cui il governo esercita uno stretto controllo su Internet, e poi è diventato ministro per la scienza e la tecnologia.

Il neo-premier ha un enorme sostegno tra i giovani Oromo e tra gli altri gruppi etnici. Una delle principali cause di protesta dell’etnia Oromo è la percepita emarginazione politica, economica e culturale emarginata, nonostante sia il gruppo etnico più numeroso del paese. Abiy è il leader di Opdo, uno dei quattro partiti etnici che compongono la coalizione al potere del Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiope.

Lucia Giannini