Dall’Etiopia verso l’Arabia Saudita

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ETIOPIA – Addis Abeba 18/12/2013. I flussi migratori interessano anche l’Arabia Saudita.

La maggior paese dei migranti maschi provenienti dell’Etiopia segue un percorso che passa attraverso il deserto di Afar fino a Gibuti sul Mar Rosso, qui pagano gli scafisti che per 5000 Birr etiopi (circa 261 dollari) li portano da Obock, sulla costa settentrionale di Gibuti, attraverso il Golfo di Aden nello Yemen. Da lì viaggiano verso l’Arabia Saudita. Le donne etiopi di solito entrano in Arabia Saudita come lavoratrici domestiche con il sistema saudita della “kafala” (sponsorizzazione). Secondo l’agenzia Irin, gruppi sauditi per i diritti umani dicono che questo sistema crea le condizioni per una serie di abusi, comprese le norme che richiedono ai lavoratori di ottenere il permesso dal vecchio datore di lavoro di poter cambiare lavoro. Chi lo fa senza permesso è considerato privo di documenti e diviene oggetto della nuova normativa (e conseguente repressione) del governo sui lavoratori stranieri, iniziata ai primi di novembre 2013.
Tra le norme previste dal nuovo giro di vite delle autorità saudite c’è l’arresto immediato e la detenzione spesso senza processo per tempi indefiniti.
Irin, nel denunciare la situazione, riporta la diffusa volontà tra gli etiopi di non recarsi più verso l’Arabia Saudita ma di cercare nuove mete.