Il dramma eritreo da Asmara a Lampedusa

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USA – New York 22/06/2014. Circa 4.000 eritrei fuggono dal loro paese ogni mese a causa della repressione del governo e della coscrizione militare.

Si tratta di dati fornita da una indagine Onu, secondo cui molti sono arrivati ​​in Italia come rifugiati. Il relatore speciale delle Nazioni Unite, Sheila Keetharuth, il 19 giugno, ha detto che l’Eritrea obbliga tutti i cittadini dai 18 anni in su al servizio militare che è equiparata ai “lavori forzati” ed è stato causa del conseguente esodo, in particolare dei più giovani. Ha detto che molti hanno rischiato viaggi pericolosi attraverso deserti e mari, spesso attraverso Etiopia e Sudan, piuttosto che servire nelle forze armate dell’Eritrea o lavorare in altri lavori del settore pubblico scarsamente pagati o per niente retribuiti, anche fino all’età pensionabile. «La gente conosce i rischi e li assume perché non ci sono altre scelte», ha detto Keetharuth a Ginevra, «Se questa tendenza continuasse, l’Eritrea sarà presto un paese vuoto». Keetharuth ha anche accusato il governo del presidente Isaias Afewerki di arrestare senza motivi i cittadini e di detenerli senza processo in prigioni segrete. Dal solo mese di gennaio, circa 13mila eritrei erano arrivati ​​via mare in Italia, un terzo di tutti gli arrivi, secondo l’agenzia dei rifugiati delle Nazioni Unite. È un dato che cozza con i 9.800 dell’intero 2013.Solo nel mese di aprile, più di 3.000 eritrei hanno chiesto asilo nei paesi europei, ha detto Keetharuth, che dovrebbe essere nominata osservatore speciale per l’Onu.