
Anche se l’Europa nel complesso non riceva più gas dalla Russia dopo la distruzione del Nord Stream 1 e 2, le importazioni di gas naturale liquefatto russo sono aumentate vertiginosamente poiché il Vecchio Continente è alla ricerca di fonti energetiche e si trova ad essere a corto di alternative.
Secondo Kpler, una società di monitoraggio del traffico marittimo e di navi cisterna, le importazioni Ue di Gnl russo sono aumentate del 40% dall’inizio del conflitto ucraino, nonostante i tentativi di ridurre le forniture. Secondo un recente studio, gli Stati membri hanno acquistato più della metà del Gnl russo sul mercato nei primi sette mesi di quest’anno: Spagna e Belgio, secondo e terzo posto dopo la Cina, sono stati i punti di accesso principali per le spedizioni di Gnl russo.
Secondo gli esperti la soluzione potrebbe essere trovata in fonti di energia alternative verdi, ma non a breve periodo.
L’Europa importava circa 150 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia all’anno. La capacità è scesa a 80 miliardi di metri cubi nel 2022 in seguito all’invasione russa, ma l’anno scorso il gasdotto Nord Stream ha funzionato normalmente per la prima metà dell’anno, ma poi le forniture hanno iniziato a diminuire a giugno dopo che la russa Gazprom ha iniziato ad avere “problemi tecnici” con i gasdotti fino alla loro distruzione. Quest’anno gli esperti prevedono che la Russia consegnerà circa 25 miliardi di metri cubi attraverso i rimanenti gasdotti che attraversano l’Ucraina e altri 16 miliardi di metri cubi attraverso il gasdotto TurkStream che passa nell’Europa sudorientale.
Nel 2022 le importazioni di Gnl in Europa sono aumentate dagli 80 miliardi di metri cubi del 2021 a 130 miliardi di metri cubi, sostituendo più o meno tutto il gas russo mancante.
La maggior parte di questa crescita è arrivata dagli Stati Uniti, mentre la Russia è attualmente il secondo maggiore fornitore di Gnl all’Ue; nel primo trimestre del 2023, le esportazioni russe di Gnl verso l’UE sono state di 51 TWh, pari al 16% della fornitura di Gnl e al 7% delle importazioni totali di gas naturale, riporta BneIntelliNews.
Con l’arrivo dell’inverno, i paesi europei hanno già riempito i serbatoi di gas al 90% due mesi prima della scadenza, ma gran parte del gas immesso nella riserva è stato Gnl importato attraverso Spagna e Belgio. A differenza del gas naturale, il Gnl non è soggetto a sanzioni e i membri dell’UE sono liberi di acquistare Gnl russo.
Nel periodo tra gennaio e luglio 2023, i paesi dell’UE hanno acquistato 22 miliardi di metri cubi di Gnl russo, rispetto ai 15 miliardi di metri cubi dello stesso periodo del 2021.
La Spagna, in particolare, fa affidamento quasi interamente sulle importazioni di GNL e non ha mai acquistato il gas russo, che viene in gran parte consegnato ai paesi della parte orientale dell’UE attraverso la vecchia rete di gasdotti dell’era sovietica.
L’attuale aumento delle importazioni di Gnl dalla Russia potrebbe essere una conseguenza dei commercianti che stoccano Gnl russo in impianti spagnoli e belgi, che hanno anche immagazzinato 3,5 miliardi di metri cubi nei serbatoi di gas dell’Ucraina nella scommessa speculativa che il prezzo del gas aumenterà in autunno a causa delle preoccupazioni per l’inverno.
I porti belgi di Zeebrugge e Anversa fungono da gateway per 18 mercati, inviando Gnl ai paesi vicini, tra cui Francia e Germania. Circa il 2,8% del gas consumato in Belgio proviene dalla Russia e la nazione ha esportato la sua intera capacità di gas verso i vicini durante la crisi energetica del 2022.
Quest’anno potrebbe essere possibile un’altra crisi energetica, nonostante il riempimento anticipato dei serbatoi di stoccaggio; tuttavia, anche se ci fosse una crisi, gli esperti dicono che non sarà così grave come quella del 2022, quando i prezzi si sono decuplicati. Ma i tagli al gas russo non possono avvenire senza dolore.
Per la Russia, se l’UE interrompesse tutti gli acquisti, Mosca potrebbe trovare nuovi clienti. Le esportazioni verso la Cina hanno rappresentato un ulteriore 20% e il resto del mondo il 36%. Ma i mercati del GNL rimangono ristretti e la Russia si è già mostrata disposta a offrire i suoi idrocarburi a forti sconti per ottenere vendite poiché il Cremlino è più interessato ai ricavi che al margine di profitto mentre la guerra continua.
Tuttavia, fermare completamente le esportazioni russe di GNL comporterebbe la rottura dei contratti a lungo termine con la russa, Novatek.
Le esportazioni verso l’Ue dalla Russia partono principalmente dal terminale Gnl di Yamal, che ha una capacità di esportazione di 16,5 milioni di tonnellate all’anno di Gnl cioè 235 TWh.
La proprietà del terminale è una joint venture tra Novatek (50,1%), Total Energies (20%), China National Petroleum Corperation (20%) e Silk Road Fund (9,9%). Oltre il 90% delle esportazioni dal terminal di Yamal sono coperte da contratti a lungo termine, costringendo le aziende a dichiarare forza maggiore per rescindere i contratti a lungo termine esistenti.
Antonio Albanese