Cina, nuovi appalti nel settore energetico

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ConocoPhillips è stata, in ordine di tempo, l’ultima azienda petrolifera occidentale a annunciare l’intenzione di espandere le operazioni in Cina nell’estrazione del gas “shale”, un annuncio “frettoloso” che ha lasciato perplessi sia gli operatori cinesi che i vertici politici.

La Cina si trova nel bel mezzo della sua seconda gara d’appalto di concessioni per lo sfruttamento dei blocchi dove c’è il gas “shale”, un gas non convenzionale estratto dalla roccia, che si riesce ad estrarre grazie a una perforazione orizzontale e alla frantumazione idraulica. Per partecipare al bando di gara però bisogna essere invitati da Pechino che di fatto ha ammesso solo sei partecipanti, mentre sono più di 75 le richieste arrivate sia da parte di aziende private che pubbliche. Tra le imprese inviate alla gara vi sono, per esempio, la Development Group Zhongtian e il governo municipale di Chongqing, che però non ha nessuna esperienza nel settore energetico. Tutto l’opposto di  ConocoPhillips e dei suoi concorrenti altamente specializzati ma che per diversi motivi non sono stati ancora ammessi alla gara – i termini scadono il 25 ottobre -. Il colosso dell’estrazione e produzione del petrolio occidentale potrebbe proporsi come partner di minoranza delle aziende cinesi apportando il suo know how tecnologico. Con l’annuncio dato alla stampa, la società petrolifera, in estrema sintesi, ha voluto ricordare a Pechino che non solo già lavorano nelle diverse regioni cinesi ma che potrebbero dare un apporto tecnologico fondamentale allo sviluppo dell’estrazione di questo gas. A Pechino l’annuncio non sarà sfuggito, visto che si muove per sviluppare rapidamente nel paese il settore del gas “shale”, e ancora dovrà bilanciare la necessità di una maggiore partecipazione da parte dei giocatori stranieri e dei privati locali con il proprio imperativo di mantenere il controllo sul settore energetico in un momento in cui l’economia cinese è in stallo.