Tutti i media del mondo hanno titolato: Israele accetta di fermare l’annessione dei territori palestinesi a seguito di colloqui storici. In attesa di leggere l’accordo, tutti plaudono a quella che potrebbe essere una tregua se non una pace duratura. Dal suo account twitter, lo sceicco Mohamed Bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vice comandante supremo delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, asserisce che ha tenuto colloqui con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ha concordato la piena cooperazione tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Nello stesso tweet, lo sceicco Mohamed ha annunciato che durante la chiamata Israele ha accettato di fermare l’ulteriore annessione dei territori palestinesi.
«Durante una telefonata con il presidente Trump e il primo Ministro Netanyahu, è stato raggiunto un accordo per fermare l’ulteriore annessione israeliana dei territori palestinesi. Gli Emirati Arabi Uniti e Israele hanno anche concordato di cooperare e definire una tabella di marcia per stabilire una relazione bilaterale». A darne notizia Gulf News.
In realtà si legge nelle dichiarazioni di fonti statunitensi, «le parti continueranno i loro sforzi a questo riguardo per raggiungere una soluzione giusta, globale e duratura al conflitto israelo-palestinese. Come stabilito nella Vision for Peace, tutti i musulmani che vengono in pace possono visitare e pregare alla moschea di Al Aqsa, e gli altri luoghi santi di Gerusalemme dovrebbero rimanere aperti per adoratori pacifici di tutte le fedi».
L’accordo arriva all’indomani di una pubblicazione video, edita da al Hikma Media, in cui in Bangladesh si chiama all’insorgenza verso gli induisti che hanno chiesto di erigere un tempio, e lo hanno fatto dove un tempo c’era una moschea, la Moschea Babri, nel video in cui si chiama all’insorgenza si paragona la moschea Babri ad Al Aqsa e si chiede dunque di insorgere per majid Babri e la Moschea di al Aqsa. Gli animi degli insorgenti sono molto animati da quando Trump ha annunciato l’Accordo del secolo e in questi giorni hanno promesso molte ritorsioni.
In un twitter Anwar Gargash, ministro di Stato per gli Affari esteri degli Emirati Arabi Uniti, ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti si stanno dirigendo verso la conservazione delle possibilità di una soluzione a due stati, a dirlo Gulf News. «Gli Emirati Arabi Uniti, con un’iniziativa coraggiosa, stanno impiegando la loro decisione per una relazione normale con Israele per preservare le possibilità di una soluzione a due Stati, e chiede la ripresa dei negoziati tra i palestinesi e gli israeliani, e si impegna a lavorare con amici per stabilire la sicurezza e per garantire la stabilità della regione». Da qualche parte infatti bisogna cominciare. La Siria è ancora sotto sopra, l’Iraq sta vivendo una stagione difficile con ISIS ancora presente a: Diyala, Salahuddin, nord di Baghdad, sud di Mosul, Kirkuk, zone dell’Anbar e soprattutto alle prese con una crisi economica senza precedenti. Del Libano nemmeno a parlarne, dopo lo scoppio del deposito di nitrato di ammonio si sono aggiunte difficoltà a un paese già finanziariamente fatto fallire. Dunque alla fine si è decisi a ripartire da dove tutto è nato: Israele e Palestina.
Le delegazioni di Israele e degli Emirati Arabi Uniti si incontreranno nelle prossime settimane per firmare accordi bilaterali riguardanti l’istituzione di ambasciate reciproche, investimenti, turismo, voli diretti, sicurezza, telecomunicazioni, tecnologia, energia, sanità e altre aree di interesse comune. Si prevede che l’apertura di legami diretti tra due delle società più dinamiche del Medio Oriente e le economie avanzate trasformerà la regione stimolando la crescita economica, migliorando l’innovazione tecnologica e creando relazioni più strette tra le persone.
Israele sospenderà la dichiarazione di sovranità sull’area, si legge nelle dichiarazioni, come risultato di questa svolta diplomatica e su richiesta del presidente Trump e con il sostegno degli Emirati Arabi Uniti, Israele sospenderà la dichiarazione di sovranità su aree della Palestina e lavorerà ora per espandere i legami con altri paesi del mondo arabo e musulmano.
Gli Stati Uniti, Israele e gli Emirati Arabi Uniti sono fiduciosi che siano possibili ulteriori scoperte diplomatiche con altre nazioni e lavoreranno insieme per raggiungere questo obiettivo. Gli Emirati Arabi Uniti e Israele si espanderanno e accelereranno immediatamente la cooperazione per quanto riguarda il trattamento e lo sviluppo di un vaccino per il coronavirus. Lavorando insieme, questi sforzi aiuteranno a salvare vite musulmane, ebraiche e cristiane in tutta la regione.
Tra i progetti futuri gli Emirati Arabi Uniti e Israele si uniranno agli Stati Uniti per lanciare un’agenda strategica per il Medio Oriente per espandere la cooperazione diplomatica, commerciale e di sicurezza.
Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi Uniti condividono una visione simile per quanto riguarda le minacce e le opportunità nella regione, nonché un impegno condiviso a promuovere la stabilità attraverso l’impegno diplomatico, una maggiore integrazione economica e un più stretto coordinamento della sicurezza.
Le parti continueranno i loro sforzi a questo riguardo per raggiungere una soluzione giusta, globale e duratura al conflitto israelo-palestinese. Come stabilito nella Vision for Peace, tutti i musulmani che vengono in pace possono visitare e pregare alla moschea di Al Aqsa, e gli altri luoghi santi di Gerusalemme dovrebbero rimanere aperti per adoratori pacifici di tutte le fedi.
Il primo Ministro Netanyahu e il principe ereditario Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan esprimono il loro profondo apprezzamento al presidente Trump per la sua dedizione alla pace nella regione e per l’approccio pragmatico e unico che ha adottato per raggiungerla.
Se l’accordo avrà un seguito lo scopriremo nelle prossime settimane, il presidente Trump sotto la lente della campagna elettorale ci ha abituato ai suoi cambiamenti repentini di idee.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno notevoli problemi con Turchia e Qatar e loro alleati, in più nessuno ha considerato ciò che dirà la Cina che da poco si è avvicinata alla questione palestinese.
Graziella Giangiulio