Elezioni bollenti per l’Iran

222

IRAN – Teheran 12/5/13. Sabato 11 maggio è  stato l’ultimo giorno utile per formalizzare la candidatura alla presidenza dell’Iran.

  I leader della coalizione 2 +1, il sindaco di Teheran Mohammad Bagher Qalibaf e l’ex ministro degli Esteri Ali Akbar Velayati, il capo negoziatore sul nucleare Saeed Jalili e all’ultimo minuto, l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani e l’ex capo di stato maggiore Esfandiar Rahim Mashaei hanno approfittato dell’ultimo giorno utile, degli ultimi minuti addirittura per perfezionare le proprie posizioni. 

A bocce ferme, ci sono candidature di tutto rispetto per le prossime elezioni presidenziali. 

La coalizione 2 +1 dovrebbe godere dell’appoggio del leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, a cui si dice si contrapponga la cordata guidata dall’ex ministro degli Esteri Mottaki. Inoltre, ci sono alcuni membri vicini al presidente Mahmoud Ahmadinejad, primo fra tutti il​suo braccio destro Mashaei; infine, oltre ai centristi / riformisti, guidati da Rafsanjani, ci sono alcune figure indipendenti.

Di fatto ci sono tutti gli ingredienti per campagna elettorale al vetriolo in vista delle elezioni del 14 giugno.

Resta ora il vaglio del Consiglio dei Guardiani che eliminerà la maggior parte dei candidabili, limitando il numero degli ammessi a meno di una dozzina. Parallelamente, fioccheranno le coalizioni. 

In questo gioco, toccherà vedere chi la colazione 2+1 nominerà come proprio candidato, se i riformisti si stringono attorno a Rafsanjani, e se a Mashaei sarà consentito concorrere.

La 2 +1, con una mossa molto “occidentale”,ha detto che il prorpio candidato sarà quello riuscito più popolare nei sondaggi: fra tutti resta in pole il sindaco Qalibaf. 

Rafsanjani ha apertamente dichiarato, poi, che non si sarebbe candidato senza il consenso del leader supremo. Rafsanjani in passato, ha più volte indicato la creazione di un governo di unità nazionale, come via da seguire per il Paese. Considerando il suo lungo rapporto con figure istituzionali come Velayati, non sarebbe una sorpresa. Una sua alleanza con la 2+1 farebbe di Rafsanjani l’ago della bilancia.

Indipendentemente dal fatto che Rafsanjani si allei o meno con la coalizione anti-Ahmadinejad o preferisca una piattaforma riformista-centrista, è chiaro che le elezioni del giugno 2013 saranno bollenti. elettrico. 

Ci sono profonde divisioni tra i vari schieramenti che hanno portato nella giornata di ieri anche a scontri tra i sostenitori delle diverse fazioni. Proprio come nel 2009.

In questa situazione, la mobilitazione pre-elettorale potrebbe aumentare o minacciare la legittimità della Repubblica Islamica. La battaglia per la presidenza non affiderà solo il potere esecutivo, ma definirà il futuro stesso dell’Iran.