EGITTO – Il Cairo 14/07/2016. Un poliziotto egiziano è stato condannato a sette anni di carcere e altri cinque a tre anni: sono stati riconosciuti colpevoli di aver picchiato a morte un uomo, scatenando un caso che ha alimentato la rabbia dell’opinione pubblica sulla brutalità della polizia.
Riporta Defence Web che Talaat Shabib al-Rashidi era morto assieme ad altri mentre erano in custodia della polizia nel giro di una sola settimana a novembre 2015, scatenando proteste scontri a Luxor. La corte ha anche assolto tre ufficiali e sette militari di leva e ha deciso un risarcimento di 1,5 milioni di lire egiziane per la famiglia di al Rachidi a carico del ministro degli Interni. La sentenza ora passa al secondo grado di giudizio. I gruppi per i diritti umani dicono che la brutalità della polizia è molto diffusa in Egitto, perché è diffusa la cultura dell’impunità in cui la polizia raramente è chiamata a rispondere per le accuse di tortura dei sospetti.
Il processo era stato aperto a dicembre 2015 dopo che il rapporto del medico legale aveva riscontrato che Rashidi aveva ricevuto colpi alla schiena e al collo che avevano rotto le vertebre e spezzato la spina dorsale; Rashidi era stato prelevato dalla polizia in un caffè a Luxor ed era morto dopo poche ore. L’accusa era di spaccio di stupefacenti; accusa che la sua famiglia ha sempre negato dicendo che l’uomo era stato coinvolto in un battibecco pubblico con un poliziotto.