EGITTO. Le meraviglie del Faro di Alessandria

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Per quanti volessero tuffarsi nella scoperta di una delle Sette Meraviglie dell’Antichità, può interessare dare un sguardo al Pharos di Alessandria, la terza struttura più alta costruita dall’uomo del suo tempo e un modello per quello che sarebbe stato considerato il moderno faro. Per secoli, questa struttura è stata il segno distintivo dell’ingegnosità umana.

Posizionato sul capo orientale dell’isola di Pharos, al largo della costa egiziana di Alessandria e collegata alla terraferma per mezzo di una diga, il faro divenne un punto fisso della costa alessandrina. Si affacciava su alcune delle acque più turbolente del Mediterraneo e su spiagge piatte. Con il termine faro in diverse lingue fino ad oggi, si indica oltre l’isola, proprio la torre che indica la via ai naviganti. Anche se il faro fu commissionato da Tolomeo I Soter, generale di Alessandro Magno e poi faraone d’Egitto, il processo di costruzione guadagnò slancio sotto Tolomeo II Filadelfo intorno al 290 a.C. L’architetto greco Sastrotus di Cnidus fu incaricato di progettare e costruire la colossale struttura, riporta Egyptian Streets.

Il faro si innalzava da una base quadrata, a una sezione centrale ottagonale, fino a una cima circolare, proiettando luce e una chiara visione fino a 56,3 chilometri verso il mare attraverso una combinazione di specchi e diverse fonti di luce, tra cui la luce del sole di giorno e il fuoco di notte. Gli archeologi sono stati in grado di stimare le dimensioni del Pharos con relativa fiducia. La sua base era alta 55,9 metri, la sezione ottagonale intermedia 27,4 metri di altezza, con una lunghezza laterale di 18,3 metri; la cima, una struttura circolare sostenuta da otto colonne, alta 7,3 metri.

Una torre inaccessibile, che coronava il faro, era sormontata da una cupola e da una statua di bronzo di Poseidone.

L’altezza totale del Pharos era 117 metri, contenente oltre 300 stanze; il Pharos non ha resistito alla prova del tempo. Fu brutalmente danneggiato in un terremoto nel 956 d.C., e più tardi nei terremoti del 1303 d.C. e del 1323 d.C. Nel 1408, il Pharos si era paralizzato ed era crollato sulla costa; dalle sue rovine e dalle fondamenta ancora in piedi, fu costruito il forte egiziano di Qaitbay, usando la pietra rimasta dal Pharos.

Maddalena Ingroia