EGITTO. ISIS minaccia Papa Francesco?

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È massima allerta in Egitto dopo gli attentati e perla la prossima visita di Papa Francesco I.

Oggi si sono già svolti i primi funerali delle vittime dei due attentati di ieri. I giornali egiziani hanno titolato nelle edizioni del pomeriggio: Domenica delle Palme di Sangue a Alessandria e Tanta. Si sono contati 43 morti e oltre 10 feriti negli attentati rivendicati da Daesh alle 14.30 via A’maq mentre il take di agenzia è arrivato alle 14:44 contro le chiese copte, di una delle due è la sede del Papa copto, di Tanta e Alessandria. L’attacco sarebbe stato effettuato da un gruppo che ha prestato giuramento a ISIS, uno dei pochi che mantiene una sua identità rispetto allo Stato Islamico.

Il primo attentato è avvenuto a Tanta, città del Delta del Nilo a circa 100 chilometri a nord del Cairo, sembra con un istishhadi che ha fatto esplodere il suo giubbotto esplosivo, all’interno della Chiesa di San Giorgio durante il la funzione della Domenica delle Palme, 27 persone sono morte e 78 uccise. Fonte Ministero della Salute. Il secondo, attentato è stato effettuato poche ore dopo da un attentatore suicida ad Alessandria, che ha colpito la Basilica di San Marco, la sede storica del papa copto, uccidendo 16 persone, tra cui tre agenti di polizia, e provocando il ferimento di 41 persone, secondo il ministero per la Sanità. Il  Papa Tawadros, che aveva assistito alla messa nella Cattedrale di San Marco, era ancora nell’edificio al momento dell’esplosione, ma non è stato colpito, ha riferito il ministero degli Interni del Cairo.

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ordinato ai militari di «garantire strutture vitali» sulla scia degli attacchi terrotistici.

Gli attacchi dello Stato islamico in Egitto sembrano prendere di mira proprio i cristiani, che costituiscono circa il 10 per cento della popolazione del paese. Ci sono state manifestazioni a Tanta dopo l’attentato per protestare contro il governo. Nel mese di febbraio, le famiglie e gli studenti cristiani sono fuggiti provincia del Nord del Sinai dopo una serie di omicidi mirati. Quegli attacchi sono avvenuti dopo un altro attentato contro una chiesa copta dove sono morti 25 fedeli, anche questo rivendicato da Daesh.

Sisi ha indetto ieri una riunione del Consiglio Nazionale delle difesa di emergenza, anche in vista della imminente visita del Papa Francesco in Egitto il 28 e 29 aprile. L’attentato, inoltre, arriva due giorni dopo le dichiarazioni dell’arcivescovo cattolico di Egitto, Emmanuel, che aveva detto ai giornalisti in una conferenza stampa che la visita del papa aveva lo scopo di inviare un messaggio: l’Egitto è sicuro. Papa Francesco dovrebbe incontrare il presidente egiziano, Abdel-Fattah el-Sissi, e i leader della diocesi cattolica nel Paese.

Tra gli obiettivi migliorare le relazioni tra musulmani e cristiani e per questo c’è in programma la visita al grande imam di Al Azhar, una moschea e l’università. La comunità cristiana in Egitto si è sentita sempre più insicura da quando lo Stato islamico si è diffuso in Iraq e la Siria nel 2014, attaccando spietatamente le minoranze religiose. Nel 2015, 21 cristiani egiziani che lavorano in Libia sono stati uccisi dallo Stato islamico “Naturalmente ci sentiamo presi di mira, c’era una bomba qui circa una settimana fa, ma è stato smantellata. Non c’è sicurezza”, ha detto un’altra donna cristiana a Tanta riferendosi ad un attacco all’inizio di questo mese nei pressi di un centro di formazione della polizia, che ha ucciso un poliziotto e ferito 15. Copti.  Da punto di  vista dei social il tam tam di notizie è cominciato intorno alle 9.50 ed è terminato quando è uscita la rivendicazione di ISIS alle 14.44.

Si è presentato subito come un attacco al “cuore della cristianità” ed è emerso un video, recente, di incitazione a colpire i copti e i musulmani non ISIS in Egitto, come la Fratellanza Musulmana; nel video compare sin dalla copertina di lancio anche Papa Francesco. L’obiettivo dunque era colpire i cristiani per colpire la Chiesa, gli eretici, i non credenti, i traditori. Un messaggio per Papa Francesco che presto si recherà nel Paese. Sono state poi disinnescate due altre bombe come annunciato dalle tv e postato anche on line, presso una Moschea ad Alessandria e se è stato colpito il centro di addestramento a Tana.

Di certo c’è che alle 12.36 già si parlava nei gruppi di attentato ISIS. Questo ci fa pensare che l’attentato era stato preparato nei dettagli e non è detto che la scia di sangue sia finita. Di certo l’Egitto si conferma una facile preda per ISIS e per i suoi uomini che riescono anche tramite il Sinai a muoversi agilmente. Senza parlare dei confini porosi di Libia e Sudan. L’accusa per i cristiani copti è di essere dei collaborazionisti, spie di Sisi e quindi di essere “assassini” di musulmani. Per questo meritevoli di morire.

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