Dall’Egitto effetto destabilizzazione

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Egitto – Il Cairo 11/04/2014. Due membri dei Fratelli Musulmani egiziani sono stati uccisi in uno scontro con le forze di sicurezza sul Delta del Nilo a nord del Cairo. Facevano parte di un gruppo che ha aperto il fuoco sulla strada tra la città di Tanta e al-Mahalla al-Kubra, nella provincia di Gharbiya.

Si tratta di una ritorsione alla decisione,da parte del Governo egiziano, di accelerare l’attuazione di sanzioni contro i Fratelli Musulmani, a seguito dell’inserimento del gruppo nella lista nera del terroristico, di alcuni mesi fa. Il governo provvisorio del Primo Ministro Ibrahim Mehleb ha dato infatti via libera alle modifiche legislative riguardanti i reati di terrorismo e insiste sulla imposizione delle sanzioni contri i membri dei Fratelli Musulmani o anche nei confronti di coloro che li sostengono verbalmente o per iscritto e a chi ne finanzia le sue attività. I Paesi arabi che hanno aderito alla Convenzione del 1988 per la lotta al terrorismo saranno presto informati di tale decisione; l’Egitto da parte sua ha già messo al bando nel paese il movimento arrestando un elevato numero di membri, in particolare gli alti dirigenti. Il tribunale del Cairo già il mese scorso aveva condannato a morte centinaia di sostenitori, anche per dare seguito alla decisione, avvenuta nel luglio scorso, della maggioranza della popolazione scesa in piazza per rovesciare l’allora Presidente Morsi.
Le modifiche riguardano una serie di articoli del codice penale e di procedura penale volte a irrigidire le pene per i reati terroristici in particolare rivolti a coloro “che tentano di distruggere l’unità nazionale”. Non mancano le polemiche rivolte a entrambe le parti e alcune Organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato il fatto che questa guerriglia stia proseguendo ad oltranza senza lasciare più spazio ad un possibile dialogo tra le parti.
Il Ministro per lo sviluppo locale e amministrativo Adel Labib ha sottolineato l’urgenza della situazione vista l’escalation di violenze che stanno attraversando il paese e che richiede una risposta rapida e veloce da parte del governo “Con l’approvazione dei nuovi emendamenti ci proponiamo di inviare due messaggi: che il governo farà tutto il possibile per proteggere il personale di polizia e militari da attacchi terroristici; che chiunque si renda colpevole di questi crimini si troverà ad affrontare la pena di morte oppure all’ergastolo”. Sembra proprio difficile il ripristino della normalità, impossibile far finta che i Fratelli Musulmani non esistano, Morsi era un loro esponente ed è arrivato a diventare il Presidente attraverso elezioni. Non sarà certo l’essere stati inseriti nelle liste nere del terrorismo a decretare la morte del movimento islamista che ha aderenti ben oltre i confini egiziani.
Stiamo assistendo a una nuova era di un mondo in movimento denso di lotte interne, in cui nuovi gruppi sorgono e si stringono intorno al capo religioso del momento, sta sfaldando la struttura della società islamica; questo è un elemento che alcuni ritengono forse positivo, ma un occhio più attento non può non rendersi conto del pericolo che sempre più incombe nella regione di destabilizzazione, guerre di potere costituzione di micro territori che si distaccano informalmente dal governo centrale creando un panorama frammentato e ingestibile, di grosso pericolo a livello internazionale perché incontrollato.