Summit antiEbola in Guinea

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GUINEA – Conakry 02/08/2014. Il presidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e i presidenti dei paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia di Ebola si sono incontrati in Guinea il 1 luglio per lanciare un intervento di emergenza da 100 milioni di dollari.

I leader di Guinea, Sierra Leone e Liberia si sono incontrati a Conakry per organizzare il dispiegamento di personale medico per coadiuvare le attuali forze in campo che stanno combattendo la devastante epidemia di Ebola. Il piano inoltre intende rafforzare la prevenzione e l’individuzione di casi sospetti, una migliore sorveglianza delle frontiere, e rafforzi il centro di coordinamento dell’Oms in Guinea.
La riunione si è svolta dopo che la Emirates ha annunciato la sospensione dei voli verso la zona colpita mentre Stati Uniti, Germania e Francia hanno lanciato l’allarme per chi viaggia nei tre paesi africani.
Nel frattempo, la Nigeria ha messo in quarantena due persone che hanno avuto “primo contatto” con un uomo morto di Ebola in Lagos la scorsa settimana.
Guinea, Liberia e Sierra Leone stanno lottando per contenere un’epidemia che ha infettato più di 1.300 persone dall’inizio dell’anno e ha colpito le principali città, scatenando l’allarme per la possibile diffusione dell’epidemia in altre nazioni. L’Oms ha annunciando che 122 nuovi casi erano stati individuati in soli tre giorni.
Il presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma ha annunciato lo stato di emergenza, ha deciso la delimitazione delle aree di quarantena e ha annullato i viaggi all’estero dei ministri, mentre la Liberia ha chiuso tutte le scuole e ha messo in ferie i lavoratori statali. Il presidente liberiano Ellen Johnson Sirleaf ha detto che la crisi stava «diventando una catastrofe» e lanciato un appello per avere più medici e medicinali.vIl vertice è il primo incontro dei capi di Stato dell’Africa occidentale per trovare una risposta comune alla crisi; era presente anche la Costa d’Avorio, rappresentata dal ministro della Salute Raymonde Goudou Coffie, paese che non ha ancora registrati casi di Ebola. Il virus ha ucciso circa due terzi di coloro che ha infettato dalla sua scoperta nel 1976, quando il tasso di mortalità si avvicinava al 90 per cento. Oggi, pur se inferiore rispetto alla media, il 55 per cento, è senza precedenti in termini di diffusione geografica e ha ucciso la maggior parte delle persone.
Il timore che possa diffondersi in altri continenti attraverso i viaggi aerei si sta diffondendo, con una serie di allerta lanciati da paesi europei e asiatici oltre ai paesi africani, fuori zona Ebola. Kenya, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo, luogo di alcuni dei nodi di trasporto più grandi del continente, hanno detto di aver incrementato lo screening ai valichi di frontiera e agli aeroporti. Le linee aeree panafricane Arik e Asky hanno bloccato i voli da Liberia e Sierra Leone, mentre le nazioni della zona Asia-Pacifico da Hong Kong all’Australia hanno annunciato misure di sicurezza più severe negli aeroporti.