EAC a rischio scissione?

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KENYA – Nairobi 22/01/2014. Una serie di esclusioni nella realizzazione di politiche comuni potrebbe portare al collasso della Comunità dell’Africa orientale (Eac).

I vertici della sicurezza di Uganda, Kenya e Ruanda si sono incontrati a Kigali (Ruanda) all’inizio di gennaio (il 9), ed hanno firmato un patto di sicurezza e di difesa comune per facilitare il movimento di cittadini e turisti nella regione allo scopo di promuovere gli scambi transfrontalieri. Si trattava della quarta volta che Uganda, Kenya e Ruanda hanno siglato atti  ufficiali per l’integrazione senza la partecipazione di Tanzania e Burundi, membri della Comunità. Tanzania e Burundi, infatti, non hanno partecipato alle riunioni tenute in Uganda e in Kenya nel mese di agosto 2013, nel meeting tenutosi a Kigali ad ottobre 2013. Eppure nel XV Vertice dei Capi di Stato Eac, svoltosi a Kampala nel novembre 2013, i leader avevano detto che si sarebbero impegnati a lavorare insieme, ma, de facto, i rapporti trilaterali instauratisi sono una minaccia per l’integrazione regionale. Il fallimento nel coagularsi su piani politici e di sviluppo comuni equivale a lasciare frammentata la regione. Anche se muoversi insieme è considerato  fatto ideale dalla maggior parte dei dirigenti regionali, la Tanzania è considerata molto lenta nell’attuare politiche di integrazione e il Burundi è considerato semplicemente un paese con meno da offrire, dimenticando che il paese ha oltre 9 milioni di persone che possono facilmente essere un mercato per prodotto kenioti, ugandesi e ruandesi. Per godere appieno dei vantaggi derivanti dall’unione doganale e dal protocollo che crea mercato comune, unione monetaria e federazione politica, i leader regionali devono essere tolleranti politicamente cosa che queste esclusioni non mostrano affatto. Da parte sua, Segretario di Stato del Kenya per gli affari africani orientali, Phyllis Kandie, ha minimizzato l’isolamento, ribadendo che l’integrazione dell’Eac è in programma: «Quello che posso dirvi è che siamo uniti come eravamo abituati a essere prima e che siamo concentrati sul raggiungimento dei traguardi Eac (…) Uganda, Kenya e Ruanda stanno applicando la geometria variabile che viene prevista nel trattato». La geometria variabile è un principio di cui all’articolo 7 del trattato Eac, che consente per la progressione della cooperazione, la creazione dell’integrazione tra sotto-gruppi in settori diversi e a diverse velocità.