Duterte sfida la CIA

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di Antonio Albanese  FILIPPINE – Davao 08/10/2016. Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte il 7 ottobre ha sfidato la Cia. Duterte, in due discorsi in occasione del suoi primi 100 giorni di carica, ha sfidato gli avversari locali o stranieri a provare ad allontanarlo dal potere, ribadendo che non si fa intimidire e che la sua campagna contro la droga, in cui vengono uccise una media di oltre 33 persone al giorno, non sarebbe finita, riporta Channel News Asia.

«Volete cacciarmi? Volete utilizzare la Cia? Venite pure» ha detto Duterte in un discorso nella sua città, Davao, riferendosi alla Central Intelligence Agency e all’uscente presidente Usa Barak Obama. A settembre, Duterte ha accusato la Cia di complottare per ucciderlo, ma non ha fornito dettagli; il 7, invece ha risposto ad un giornale locale che aveva evocato la formazione di un nuovo movimento “People Power” che come fatto con Marcos nel 1986, potrebbe cacciarlo. «Fatevi avanti! Non me ne frega nulla», ha detto. «Vengo cacciato? Bene. Fa parte del mio destino. Il destino porta tante cose. Se muoio, questo fa parte del mio destino. I presidenti vengono assassinati»

Dal suo insediamento il 30 giugno, la polizia ha ucciso 1523 persone e altre 1838 sono morti in circostanze inspiegabili, secondo i dati ufficiali; un recente sondaggio ha mostrato che i filippini hanno approvato a grande maggioranza i primi 100 giorni di Duterte come presidente.

Mentre i gruppi per i diritti umani hanno lanciato l’allarme sugli omicidi extragiudiziali, oramai fuori controllo, di tossicodipendenti, trafficanti, piccoli criminali e gli avversari politici. Duterte insiste che la polizia sta uccidendo solo per autodifesa e le morti inspiegabili sono dovute principalmente a racket della droga in lotta tra di loro.
Il presidente filippino ha annunciato che la campagna contro la droga non sarebbe finita.