Nave Doria verso il Libano

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ITALIA – Roma 05/09/2013. Lo Stato Maggiore della Difesa stamattina ha voluto precisare che il cacciatorpediniere Doria è la sola unità navale attualmente diretta verso le acque del Libano, mentre la seconda nave, il Maestrale, che alcuni avevano già dato per salpata, si trova invece ancora nel porto di La Spezia.

Sulla stampa e sui social network, infatti stamattina erano apparse notizie del nostro posizionamento sulla parte orientale del Mediterraneo, visto il possibile attacco americano alla Siria. Come specificato il compito della Nave Doria sarà quello di supportare il Contingente italiano Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon su base Brigata Pozzuolo del Friuli) a seguito della situazione di tensione nel Mediterraneo orientale. L’Unità ha infatti elevate capacità di difesa aerea e di comando e controllo ed è pertanto particolarmente idonea per il supporto dal mare nel caso di minaccia diretta per il personale del nostro Contingente.  L’Andrea Doria ha un equipaggio di 195 tra ufficiali, sottufficiali e   marinai ed è una nave “multiruolo” appartenente alla classe di Unità Navali denominata Orizzonte. Il suo armamento e orientato principalmente a contrastare la minaccia aerea e missilistica e la rende idonea ad assolvere numerose tipologie di missione, in particolare quelle riferite alla protezione di formazioni navali e forze schierate a terra, al contrasto delle unità subacquee e di superficie; al concorso ad operazioni anfibie e controllo del traffico mercantile.

Tutto ciò fa certo dedurre che il motivo dell’avvicinamento alle coste libanesi della nostra nave sia effettivamente di supporto al nostro contingente anche se appunto il pericolo di un incendio che potrebbe svilupparsi nella regione lascia comprendere la necessità di essere coperti e preparati anche per una eventuale emergenza siriana che andrebbe ad inficiare la calma apparente dei confini libano israeliani, ove il nostro contingente Unifil è schierato. 

Il rischio di un coinvolgimento globale della regione è molto elevato, la decisione del Presidente siriano Bashar al-Assad di rispondere non certo pacificamente al possibile attacco Usa continua ad avere infatti il sostegno dell’Iran; oggi il presidente iraniano Hassan Rouhani lo ha confermato condannando inoltre ogni azione militare contro uno qualsiasi dei paesi della regione, in particolare la Siria. Ha anche sottolineato che la sicurezza e la stabilità della Siria sono importanti per la Repubblica islamica e che qualsiasi attacco contro Damasco danneggia tutta la regione soprattutto gli alleati degli Stati Uniti. «La decisione di Obama di chiedere l’autorizzazione del Congresso afferma che l’attacco contro la Siria non ha legittimità internazionale» ha spiegato Rouhani «l’Iran continuerà ad esercitare i propri sforzi politici per mantenere la stabilità regionale».

Dalle dichiarazioni emerge che la partita vera si stia giocando tra altri protagonisti, Iran e Usa per esempio, perché una vittoria di Assad è una vittoria dell’Iran e del fronte orientale e dopo che Assad ha ripreso Qusayr, uno degli snodi fondamentali, e si sta riprendendo il controllo della zona nord di Homs la logica fa supporre che si troverebbe (ed ormai si trova) in una posizione di forza definitiva rispetto ai ribelli spodestati delle loro zone di influenza.