
Il 29 gennaio un tribunale di Hong Kong ha ordinato la liquidazione del colosso immobiliare cinese Evergrande, ma la società ha affermato che continuerà a operare.
Il caso Evergrande è diventato un simbolo dei crescenti problemi economici della Cina, riporta AP.
Un tempo la più grande società immobiliare cinese, il suo debito astronomico di oltre 300 miliardi di dollari era diventato l’emblema di una crisi durata anni nel mercato immobiliare cinese che si era riverberata in tutta la seconda economia più grande del mondo.
L’ordine di liquidazione avvia un lungo processo che dovrebbe vedere le attività offshore di Evergrande liquidate e la sostituzione del suo management, visto che la società non è riuscita a sviluppare un piano di ristrutturazione funzionante.
Il direttore esecutivo della società ha promesso che la decisione del tribunale di Hong Kong non avrà alcun impatto sulle sue operazioni a livello nazionale, mentre è molto probable che la sentenza potrebbe erodere ulteriormente la fiducia degli investitori stranieri in Cina.
«Data l’evidente mancanza di progressi da parte della società nel presentare una proposta di ristrutturazione fattibile e l’insolvenza della società (…) Ritengo opportuno che il tribunale emetta un ordine di liquidazione nei confronti della società», ha detto il giudice dell’Alta Corte Linda Chan.
Nella sua sentenza scritta emessa lunedì pomeriggio, Chan ha scritto che gli interessi dei creditori sarebbero “meglio tutelati” se la società venisse liquidata e liquidatori indipendenti potessero subentrare per garantire le attività e ristrutturarsi secondo necessità. Edward Middleton e Tiffany Wong dello studio legale Alvarez & Marsal sono stati nominati liquidatori da Chan.
L’istanza di liquidazione è stata presentata nel 2022 dal creditore Top Shine Global, che voleva indietro i suoi soldi dopo che Evergrande era formalmente inadempiente nel dicembre 2021.
A voler essere molto realistici cresce lo scetticismo sul fatto che i creditori verranno completamente ripagati. Secondo il giudizio di Chan, il 90% del patrimonio di Evergrande si trova sulla terraferma.
Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito la decisione “deplorevole”, ma ha promesso lunedì che le operazioni della società in Cina continueranno: «Il Gruppo cercherà comunque di fare tutto il possibile per salvaguardare la stabilità delle sue attività e operazioni nazionali», ha detto. La società «porterà avanti costantemente il lavoro chiave di garantire la consegna degli edifici, mantenere la qualità dei servizi immobiliari senza esserne influenzata», ha aggiunto Siu.
Le azioni di Evergrande sono crollate a Hong Kong e Shangai in seguito alla sentenza, prima che la borsa interrompesse le negoziazioni in mattinata. Anche il commercio è stato interrotto nella filiale di veicoli elettrici di Evergrande.
La fine di Evergrande è stata osservata da vicino poiché un tempo era un pilastro dell’economia cinese, con i settori dell’edilizia e dell’immobiliare che un tempo rappresentavano circa un quarto del prodotto interno lordo.
Ma il presidente Xi Jinping ha ritenuto che il debito accumulato da Evergrande e da altre società immobiliari costituisse un rischio inaccettabile per il sistema finanziario e la salute economica della Cina.
L’anno scorso, il presidente dell’Evergrande Xu Jiayin è stato “soggetto a misure obbligatorie” da parte delle autorità perché sospettato di “crimini”.
Nella sentenza di lunedì, Chan ha scritto che un ordine di liquidazione aveva il “vantaggio” di togliere il controllo della società a Xu, rimuovendo un ostacolo alla ristrutturazione.
Dal 2020, i funzionari hanno gradualmente reso più restrittivo l’accesso al credito da parte degli sviluppatori, e ne è seguita un’ondata di default. Alla fine di giugno 2023, il debito stimato di Evergrande era di 328 miliardi di dollari.
Lucia Giannini