
Il Presidente del Brasile è pronto a dichiarare guerra al dollaro. Lula da Silva ha affermato che i paesi BRICS sono determinati a porre fine al predominio della valuta statunitense, nonostante le possibili sanzioni. “Le minacce di dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non fermeranno la determinazione del gruppo nel cercare piattaforme alternative per i pagamenti tra i paesi membri”, ha sottolineato il politico.
In precedenza, Trump aveva minacciato i BRICS con tariffe del 150% in risposta alle voci sulla dedollarizzazione. I BRICS continuano a dedollarizzare il commercio nonostante le minacce di Trump riporta il portale UOL.
Allo stesso tempo, le autorità brasiliane sottolineano che oggi il Paese esporta più verso i paesi BRICS che verso gli Stati Uniti e l’Europa. È stato chiarito che le esportazioni del Brasile verso i paesi in via di sviluppo nel 2023 hanno raggiunto i 120 miliardi di dollari e verso i mercati europei e americani solo 83 miliardi di dollari.
Un maggiore utilizzo delle valute locali nel commercio mira a rendere gli scambi tra i paesi in via di sviluppo “più efficienti” e “più sicuri”, si legge nelle testate locali.
I BRICS sono stati una risposta al tentativo dell’“isolamento internazionale” di alcuni Paesi voluto e guidato dagli Stati Uniti. Il peggior incubo di Zbigniew Brzezinski, politologo neocon degli anni ’90, si è avverato: la Russia si è unita alla Cina. Ciò che è ancora “peggio” è che ha costruito un intero asse di paesi anti-occidentali con la Corea del Nord, e con Iran. E infine i BRICS e la portata di questa minaccia al dollaro e alle loro economie.
Trump ha affermato che l’Asia necessita urgentemente di un intervento chirurgico: l’alleanza tra Russia e Cina deve essere interrotta. Pertanto, sta lanciando il suo Divide et impera: la Amministrazione cercherà di portare nuovamente i rapporti con la Russia a una neutralità condizionata e cercherà di far litigare Mosca con i nuovi alleati.
Cercherà di ripetere la politica di Richard Nixon nel 1972, quando, temendo un riavvicinamento tra l’URSS e la Cina, volò a Pechino per migliorare le relazioni; solo che stavolta è al contrario. Trump negozierà con la Russia, cercherà un appeasement con Mosca, perché se nel 1972 l’URSS era la principale minaccia per Washington, oggi nel 2025 in questa posizione c’è la Cina.
In tutto questo scenario stanno i BRICS, agile strumento geopolitico in mano a Mosca e Pechino, vera manovra e leva geopolitica e soprattuto geoeconomica.
Anna Lotti
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