Torna il testimonial, forzato, di DAESH: John Cantlie

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ITALIA – Roma 13/07/2016. Alla fine è tornato sugli schermi dello Stato Islamico.

John Cantlie, il giornalista britannico che dal 2012 è nello Stato Islamico, torna in un video di A’Maq, l’agenzia dello Stato Islamico, girato il 12 luglio, in cui vengono denunciati i bombardamenti sull’università di Mosul, definita la «migliore università dell’Iraq» sulle zone popolari della città, compiuti dalla Coalizione a guida Usa. 

La tesi del video è l’orribile misfatto compiuto dagli Stati Uniti che non hanno toccato obiettivi militari o collegati, ma edifici che ospitavano studenti e gente normale, perché l’università era in un a zona popolare della città. 

Soffermandoci un poco sul filmato e sulla sue realizzazione, colpisce il dato inequivocabile dell’uso dei droni per girarlo quasi interamente: si sente nella gran parte delle scene del servizio giornalistico, poco più di 3 minuti, il ronzio delle eliche del drone aereo usato per girarlo; lo stesso Cantlie quando guarda in camere, lo fa alzando lo sguardo verso l’alto. Cantlie, inoltre, appare molto dimagrito rispetto ai video precedenti che lo hanno visto protagonista; capelli lunghi, mani ben curate, e un abbigliamento usuale da quelle parti sono le caratteristiche colpiscono subito. La magrezza del giornalista britannico, un dato che colpisce immediatamente, non appare dovuta a prigionia ma potrebbe essere causata dall’osservanza del digiuno del Ramadan conclusosi da poco. 

Il video A’maq, appare comunque essere parte di un probabile documentario più ampio di prossima uscita, finisce in maniera tronca senza una chiusa vera e propria; inoltre è ben documentabile la presenza di una troupe ampia che ha girato il servizio. Cantlie nei primi frame indossa due microfoni, uno dei quali scompare al primo campo stretto; inoltre nella seconda scena, girata in una strada distrutta dai bombardamenti, Cantlie ha una pettinatura diversa e un solo microfono, quasi scomparso sotto la camicia grigia e nessuna traccia della parte “radio” dello stesso suo microfono, che invece compare, inserita in una delle tasca dei suo cargo neri, nella sezione finale del reportage A’maq. Anche qui Cantlie guarda verso l’alto, verso una camera su un dorme,  di cui si sente il ronzio, e in controcampo è ripreso da una camera gestita da un cameraman a terra. Infine, nel passaggio aereo finale, compare un uomo del team sicurezza della troupe, unico ad apparire armato e e col volto coperto da una sciarpa color sabbia.