CYBERJIHAD. Daesh punta a pubblicare su Instagram e Tiktok

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Il terrorismo di cui nessuno parla più molto non ha cessato di esistere. Ha cambiato interessi ha cambiato continente. Dal Medio Oriente dove continua comunque a compiere attacchi in Siria e Iraq ora vede il cuore del suo business del terrore in Africa. E Continente che vai social che trovi.

Durante il mese del Ramadan mentre l’occidente tentava di attaccare i server di ISIS con attacchi Ddos ai siti di ISIS; Daesh ha messo in pausa i suoi server e i suoi siti e ha ha fatto un restyling editoriale.

Ritornano on line dopo un mese, le pubblicazioni e gli Art Work che oramai hanno preso il posto delle “campagne mediatiche ISIS” che sono assenti per la prima volta da quando è stato indetto il martirio per il periodo del Ramadan, ovvero un incremento degli attentati terroristici mentre i musulmani di tutto il resto del mondo praticano il digiuno.

Non vi è stata infatti per il Ramadan 2023 la proclamazione di una campagna in segno di vendetta per qualcosa, e di conseguenza non vi sono state grafiche che preparavano la campagna mediatica. Non ne sappiamo le motivazioni, di certo c’è un’importante ristrutturazione interna volta a migliorare il posizionamento di Daesh sulle nuove piattaforme social media.

Daesh dunque è ancora una volta in trasformazione. Il nuovo materiale è adatto per la pubblicazione su Instagram, Art Work verticali, e ancora a TikTok , brevi video con primi piani: fino ai podcast che sono espressi sotto forma di file audio della rivista ufficiale al Naba giunta al suo 389 numero. Sono audio che durano 8 o 40 minuti editi tutti da al Battar Media Foundation.

Daesh dunque ancora una volta dimostra di avere all’interno dell’organizzazione persone che continuano a studiale il marketing del terrore e a cercare nuovi strumenti per divulgare il loro Verbo. L’ultima campagna mediatica e Art Work invita ad uccidere gli israeliani e a confutare Hezbollah come gruppo jihadista e a connotarlo come popolo di Satana.

Per quanto riguarda gli scenari ricordiamo che nell’ultimo mese sono stati compiuti attacchi nelle Filippine, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria, Somalia, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Niger, Mali, Burkina Faso.

Graziella Giangiulio

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