Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha iniziato questa settimana il suo tour in America Latina con una visita a Cuba. La scelta non è una semplice coincidenza. La visita di Lavrov arriva in un momento in cui Mosca e L’Avana stanno vivendo un rapporto stretto come non lo era da decenni.
L’Unione Sovietica era una volta il più grande mecenate di Cuba durante la Guerra Fredda; gli aiuti poi andarono via via scemando fino al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Il nuovo governo riformista e filo-occidentale di Boris Eltsin aveva poco interesse a dare sostegno alla Cuba comunista. All’inizio della sua presidenza, Vladimir Putin ha chiuso la stazione di spionaggio di Lourdes a Cuba, che per decenni era stata la più grande base militare e struttura di intelligence di Mosca nell’emisfero occidentale. Il governo cubano reagì infuriandosi. Questa è storia.
Negli ultimi anni, però, Mosca e L’Avana hanno vissuto una rinascita del loro rapporto. Entrambe hanno i loro motivi per stringere rapporti più stretti. Dopo lo scoppio della crisi ucraina nel 2014, la Russia si è trovata completamente tagliata fuori dagli Stati Uniti e desiderosa di dimostrare al mondo di essere ancora una grande potenza globale; Cuba, dopo l’era Obama, era ansiosa di ricevere l’aiuto russo, riporta The Spectator.
Il primo grande passo verso la riconciliazione è stato compiuto nel 2014, quando la Russia ha annullato il 90 per cento del debito di Cuba, dell’era sovietica. Nel 2017, la Russia ha iniziato a spedire grandi quantità di petrolio a Cuba per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda.
Poiché Cuba vive ancora sotto pesanti sanzioni statunitensi, la Russia è emersa come fonte alternativa di commercio e di investimenti: il commercio tra i due Paesi è più che raddoppiato tra il 2013 e il 2019; Mosca sta per installare quattro centrali elettriche sull’isola, che dovrebbero essere operative entro il 2025; e si è impegnata a rivitalizzare il sistema ferroviario dell’isola.
Mosca sta anche intensificando il suo sostegno militare all’Avana. La Russia ha emesso un prestito per Cuba nel febbraio 2019, affinché l’isola possa mantenere le sue attrezzature militari dell’era sovietica. A giugno 2019, la marina russa ha inviato a Cuba una delle sue navi da guerra in solidarietà per le crescenti tensioni dell’Avana con Washington.
L’Amministrazione Trump ha recentemente ammesso di essere stata colta alla sprovvista dal successo di Mosca e dell’Avana nel sostenere Maduro contro l’opposizione sostenuta dagli Stati Uniti guidata dal leader dell’Assemblea nazionale Juan Guaido.
Il rinnovato partenariato russo-cubano è ancora lontano dal livello della Guerra Fredda. L’aiuto economico di Mosca all’Avana è inferiore rispetto a quello fornito sovietico e un ritorno di truppe o missili russi sull’isola è altamente improbabile; però gli Usa starebbero temendo questo nuovo legame alla luce proprio dell’esperimento venezuelano: la chiave di volta della nuova influenza politica in America Latina, il “cortile di casa” degli Usa.
Anna Lotti