La CSTO a Dushanbe

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TAJIKISTAN – Dushanbe 15/09/2015. Si è concluso il meeting Csto di Dushanbe.

II meeting ha visto la partecipazione congiunta dei vertici dei paesi membri e dei ministri degli Affari esteri e Difesa, nonché del Comitato dei segretari dei consigli di Sicurezza degli stati membri dell’Organizzazione. Grande preoccupazione hanno suscitato gli eventi in Medio Oriente relativi alle attività dello Stato islamico in Siria, Libia, Yemen, Iraq e nella regione nel suo complesso. Questa situazione collegata alla frizzante situazione in Afghanistan,rischia di far aumenta in modo significativo la minaccia del terrorismo, l’estremismo religioso e il traffico di droga, si legge nel comunicato finale. Tema prioritario è stato lo sviluppo della componente militare alla luce delle attività ispettive e addestrative compiute recentemente:la forza di reazione rapida della Csto è ormai pronta per svolgere i suoi compiti. I vertici degli Stati membri hanno siglato un documento sullo sviluppo di forze di peacekeeping collettive del Csto e un’altro sulla cooperazione nella logistica e nella formazione militare. Nella dichiarazione finale i capi degli Stati membri della Csto hanno riaffermato «il loro impegno per la pace e lo sviluppo sostenibile, la necessità di consolidare gli sforzi di tutti i paesi per risolvere i problemi urgenti del genere umano sulla base di norme e principi del diritto internazionale universalmente riconosciuti». Da segnalare l’intervento del presidente russo Vladimir Putin durante il meeting che ha difeso l’assistenza militare di Mosca al governo siriano, dicendo che è impossibile sconfiggere lo Stato Islamico senza collaborare con Damasco. La dichiarazione di Putin giugno proprio durante il rafforzamento militare russo in corso in Siria; Putin ha esortato le altre nazioni a seguire l’esempio della Russia e ad offrire sostegno militare al governo del presidente siriano Bashar Assad. Putin ha detto che Assad è pronto a trasformare politicamente lo stato e a coinvolgere la «parte sana dell’opposizione» ma ha aggiunto che «unire le forze nella lotta contro il terrorismo ora ha la priorità». Putin ha detto che senza il sostegno della Russia per il regime di Assad il numero di rifugiati siriani verso l’Europa sarebbe stato ancora più grande: «La gente sta fuggendo dalla Siria principalmente per sfuggire ai combattimenti, alimentati dall’esterno con i rifornimenti di armi, fuggono per fuggire alle atrocità terroristiche (…) Senza il sostegno della Russia alla Siria, la situazione nel paese sarebbe peggiore di quella in Libia, e il flusso di rifugiati sarebbe stato ancora più grande». Il leader russo dovrebbe affrontare la crisi siriana quando parlerà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla fine di settembre, e secondo gli osservatori internazionali per quella data, Mosca vorrebbe avere una propria forza militare schierata in teatro.