CSTO. Solo Lukeshenko appoggia l’invasione russa dell’Ucraina

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A parte la Bielorussia, i paesi della Csto non si sono espressi a favore dell’intervento russo in Ucraina.

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha affrontato indirettamente questo punto il 16 maggio, parlando al vertice dei leader dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, Csto, organizzazione militare e diplomatica guidata dalla Russia a Mosca, esortando tutti i membri dell’alleanza militare a rimanere uniti.

Lukashenko ha affermato che le “sanzioni infernali” contro la Bielorussia e la Russia avrebbero potuto essere evitate se il gruppo avesse parlato con una voce unita. Le osservazioni di Lukashenko erano rivolte ai membri della Csto come il Kazakistan, che non hanno appoggiato apertamente la mossa militare di Vladimir Putin per mettere in ginocchio l’Ucraina, pur continuando a mantenere stretti legami economici e politici con la Russia. Durante i violenti disordini civili verificatisi in Kazakistan a gennaio, la Csto ha inviato una forza di “mantenimento della pace” composta principalmente da truppe russe per sostenere l’attuale presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, potenziale vittima di un colpo di Stato, riporta BneIntellinews.

«Senza un fronte unito, l’Occidente nel suo insieme aumenterà la pressione sullo spazio post-sovietico», ha dichiarato Lukashenko nel discorso televisivo di apertura, in cui si è rivolto al presidente russo Putin insieme ai leader di Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Ha inoltre accusato l’Occidente di sperare di prolungare la guerra in Ucraina nel tentativo di indebolire la Russia.

Sempre durante il vertice, Putin ha dichiarato che la Csto sta pianificando una «serie di esercitazioni congiunte in Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan in autunno». Putin ha inoltre dichiarato che Mosca, durante l’invasione dell’Ucraina, ha ottenuto «prove documentali della creazione di componenti di armi biologiche» vicino ai confini della Russia: «Si sta lavorando su possibili metodi e meccanismi per destabilizzare la situazione epidemiologica nello spazio post-sovietico», ha affermato.

Il primo Ministro armeno Nikol Pashinyan ha invece accusato i Paesi della Csto di disinteresse nei confronti degli obblighi reciproci. «L’anno scorso, in questi giorni, le truppe azere hanno invaso il territorio sovrano dell’Armenia. L’Armenia si è rivolta alla Csto chiedendo di avviare i meccanismi previsti dalla procedura di risposta della Csto. Purtroppo, non si può dire che l’organizzazione abbia reagito come l’Armenia si aspettava (…) Inoltre, da tempo solleviamo la questione della vendita di armi da parte degli Stati membri della Csto a Paesi ostili all’Armenia».

«Di conseguenza, queste armi sono state usate contro l’Armenia e il popolo armeno. Anche questo è un problema. A dire il vero, la reazione degli Stati membri della Csto durante la guerra dei 44 giorni e dopo la guerra non ha ispirato l’Armenia e il popolo armeno. Ma voglio sottolineare il ruolo speciale della Russia e del Presidente russo Putin nel porre fine alle ostilità nel Nagorno-Karabakh. L’Armenia continua ad aderire alle dichiarazioni tripartite del 9 novembre, 11 gennaio e 26 novembre. L’Armenia è impegnata nell’ulteriore sviluppo della Csto», ha poi aggiunto.

«Consideriamo l’organizzazione come un fattore chiave per garantire la stabilità e la sicurezza nella regione eurasiatica e la sicurezza dell’Armenia. In generale, siamo disposti a sostenere pienamente l’organizzazione e il suo ulteriore sviluppo», ha poi detto Pashinyan.

Anna Lotti