#CRONACHEDELLIMMAGINARIO. Senza filtri – Uccelli Liberi e Liberi Uccelli

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Mentre Elon Musk conquista Twitter e dichiara: «L’uccello ora è libero, toglieremo i filtri anche a Trump», mentre Youtube annuncia filtri preventivi per selezionare i medici che per pubblicare video dovranno ora fare giuramento all’OMS e mentre l’Italia decide di intercettare la parola “rave” grazie ai filtri della Polizia Postale, uno spettro si aggira senza filtri per il web: il porno.

I filtri web e social sono i principali gestori dell’immaginario collettivo di grandi e piccini. Intelligenze artificiali sempre più veloci riconoscono nell’istante stesso del loro manifestarsi contenuti altamente sconvenienti e diseducativi quali capezzoli femminili, frasi pro Putin, deliri complottisti, facce brutte e tutto ciò che “offende la nostra community”.

Cosa è community? La parola sembra significare il “sentire comune” ma in realtà è un insieme di regole aziendali e politiche, psicologicamente determinate dall’alto e patologicamente stabilite per il bene del popolo che, senza di esse, pare sia incontrollabile.

Ora qui non interessa valutare né se questi filtri facciano scelte educatrici o censorie, né se siano una minaccia alla libertà del popolo bue o una sua protezione. Si vuole solo ricordare che si tratta di algoritmi condivisi, capillari e infallibili ai quali, una volta impostati, nulla sfugge.

Nulla tranne il porno.

Dai pensionati alle prese con lo SPID alle camerette dello smart working, dagli schermi dalle lezioni online di bambini e adolescenti ai carcerati insonni e fin dentro le solitudini di tutti, il porno viaggia indisturbato in assenza di filtri dedicati.

Basta digitare una semplice parola via Google e il pornomondo si apre in tutta la sua inesauribile attività, che oggi è perlopiù glabra. Siamo di fronte al professionismo, mica al vecchio domestico e arruffato e persino intimo amore.

Nulla da dire sul porno – multiforme maleducata infaticabile devastante rassicurante avanguardia di ogni nuova tecnologia – ma sui filtri della community.

Non applicando i porno filtri – e sarebbe molto semplice farlo – la comunità tutta, apparentemente distratta da altro ma senza alcun indugio, dimostra di approvare i fiumi di hardcore. La nostra società stabilisce dunque consapevolmente, per legge addirittura, che giovinetti senza neanche un’ora di educazione sessuale possano accedere in un istante al mondo del sesso anale per mesi. Altro che secolari masturbazioni fatte di metafore mitologiche, fiabe dei Grimm, romanzetti, fumetti e tv notturne. È un’ennesima sostituzione, e la più grandiosa, dell’immaginario onirico privato con quello visivo collettivo.

Se oggi migliaia di filtri aziendali istituzionali tracciano ogni briciola di politicamente scorretto epperò al contempo è “più porno per tutti”, si deve allora prendere atto che nella policy della community oggi il porno rientra ufficialmente nel mondo del politicamente corretto. Va bene così, basta ammetterlo, ed è forse questa la ragione purtroppo del suo ipotizzato declino. Meraviglie del caos.

È vero che i genitori che lo ritengono possono bloccare i device dei figli, ma solo sui siti con nome e cognome (ad esempio You Porn), non la massa di foto, gif e link. La via di Google, impeccabile sul piano legale, è l’autostrada autorizzata del sesso senza filtri e senza misericordia, senza ironia e senza figli. È scritto nella policy della nostra community, accettiamolo, lo abbiamo sottoscritto, è nelle regole degli Stati ONU.

Terra piatta NO, milf schiave SI

Lo chiede la Scienza.

Riccardo Mazzon