CROAZIA. Ina investe 266 milioni di euro per l’estrazione di gas nell’Adriatico

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Ina (Industrija Nafte), la società petrolifera croata, intende investire 2 miliardi di kune, pari a 266 milioni di euro, per la costruzione di nuove piattaforme e trivelle nel nord dell’Adriatico già a partire dal prossimo settembre. Una mossa che secondo il direttore operativo Nikola Misetic contribuirebbe alla sicurezza energetica della Croazia in vista della situazione imprevedibile che si prospetta per i prossimi mesi.

Zagabria è uno dei maggiori importatori europei di risorse energetiche: del totale dell’import, il 12% riguarda proprio il gas naturale. Ad aprile il governo croato ha annunciato l’intenzione di aumentare la produzione interna di gas entro il 2024. I giacimenti croati dovrebbero quindi arrivare a soddisfare il 40% del fabbisogno di una popolazione di 4 milioni di abitanti.

Ma le coste adriatiche a largo della Croazia potrebbero anche rivelarsi per i partner europei un potenziale hub per la rigassificazione di gnl importato: ancora a inizio 2021 è entrato in funzione l’impianto di Krk. Anche se è operativo dall’anno scorso, si tratta di un progetto di vecchia data, più volte rimandato e oggetto di polemiche per il possibile impatto ambientale. Già allora comunque la Commissione europea decise di finanziare il 30% del progetto, in modo da attenuare la dipendenza dei partner Ue dalle importazioni di gas naturale dalla Russia, ben prima dell’invasione dell’Ucraina.

Resta ancora da vedere se il nuovo progetto di Ina sarà veramente in grado di rafforzare la sicurezza energetica della Croazia. Nel frattempo, il progetto potrebbe sollevare degli interrogativi in Italia sulla possibilità di provare a seguire una strada simile e abbandonare la politica energetica del Paese.

Carlo Comensoli