CRISI BANCARIA. Regge bene al crollo SVB la seconda banca cinese

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I dirigenti della Shanghai Pudong Development Bank si sono trovati mercoledì scorso a dover parlare delle condizioni della loro joint venture con la fallita Silicon Valley Bank.

Pan Weidong, presidente del secondo istituto di credito statale cinese, ha dichiarato che la joint venture paritetica SPD Silicon Valley Bank, Ssvb, con sede a Shanghai, «per il momento funziona normalmente».

Rispondendo online su eventuali influenze sulla Ssvb dopo il fallimento della banca americana un mese fa, Pan ha sottolineato che la joint venture «ha qualifiche legali indipendenti».

I proprietari della joint venture, Shanghai Pudong e Silicon Valley Bank, «non hanno alcun rapporto operativo», ha detto Pan. Non è però chiaro se la proprietà sia rimasta la stessa. Non ha risposto all’ultima parte della domanda se ci fosse un impatto della serie di fallimenti bancari negli Stati Uniti e in Europa che si sono susseguiti nell’ultimo mese.

Questa è stata la prima dichiarazione pubblica di un dirigente di Shanghai Pudong riguardo alla joint venture. La banca cinese ha rilasciato una breve dichiarazione online l’11 marzo – subito dopo il fallimento della Silicon Valley Bank in seguito a un rapido deflusso di depositi e al collasso di un nuovo piano di finanziamento – in cui affermava che il bilancio della joint venture cinese è indipendente dal partner americano e che il suo funzionamento è “solido”.

Shanghai Pudong ha ridotto al minimo le informazioni su SSVB, senza fornire indicazioni sul futuro della joint venture, riporta Nikkei.

L’ultima relazione annuale pubblicata martedì scorso sul sito web della Borsa di Shanghai non contiene alcun riferimento a quanto accaduto alla Silicon Valley Bank e alla società madre Svb Financial Group.

La sezione “eventi successivi” del rapporto, in cui le società quotate in borsa devono comunicare gli sviluppi sostanziali dopo la chiusura del periodo di riferimento, comprendeva altre due voci. La relazione citava una risoluzione del consiglio di amministrazione del 17 aprile sui dividendi e il completamento, il 5 aprile, della vendita di azioni della joint venture di gestione patrimoniale di Shanghai Pudong a J.P. Morgan Asset Management Holdings, ma non c’era nulla che riguardasse Svb e la joint venture.

Tuttavia, la joint venture è un’unità operativa chiave per Shanghai Pudong, come la banca ha riferito negli ultimi risultati annuali. Le attività di Ssvb a fine dicembre ammontavano a 23,17 miliardi di yuan (3,36 miliardi di dollari), in calo del 3% rispetto a un anno fa, mentre i ricavi operativi sono scesi del 18% a 401 milioni di yuan. L’utile netto è migliorato del 2% a 52 milioni di yuan, anche se non sono state fornite motivazioni.

L’importanza dell’impresa è indicata anche dall’organizzazione del personale. Il rapporto annuale mostra che il presidente di Shanghai Pudong Zheng Yang continua a ricoprire il doppio ruolo di presidente della joint venture.

La joint venture è stata fondata nell’agosto 2012 come primo prestatore sino-americano in Cina continentale. Si concentra sui prestiti alle startup tecnologiche locali, affermando di essere parte dello sforzo di Pechino di stabilire saldamente un ecosistema di innovazione scientifica.

La Silicon Valley Bank è diventata una divisione della First-Citizens Bank & Trust, una filiale della First Citizens BancShares, dopo che la First-Citizens ha acquisito quasi tutte le attività e le passività dalla Federal Deposit Insurance Corp. degli Stati Uniti attraverso una gara d’appalto.

Per quanto riguarda le sue attività internazionali, la Silicon Valley Bank spiega sul suo sito web che i clienti statunitensi con operazioni di prestito all’estero «non subiscono alcuna modifica alle loro linee di credito». La sua filiale nel Regno Unito è stata venduta alla Hsbc per una sterlina britannica e continua a operare, ma non è chiaro quale sia lo status della joint venture cinese.

Nel frattempo, Shanghai Pudong ha dichiarato che i suoi prestiti in sofferenza alla fine del 2022 ammontavano a 74,61 miliardi di yuan, il 3% in meno rispetto a un anno fa. Ciò è dovuto in parte alla cessione di 11,38 miliardi di yuan di NPL a società di gestione patrimoniale terze non identificate, con un aumento del 34% rispetto all’anno precedente.

Mercoledì scorso Pan ha ammesso che la banca ha “intensificato gli sforzi” per smaltire le attività deteriorate al fine di mantenere basso il livello complessivo degli Npl. I prestiti al settore immobiliare sono diminuiti del 3% a 322,03 miliardi di yuan, ma gli Nel sono aumentati del 12% a oltre 10 miliardi di yuan.

Pan ha dichiarato che «l’esposizione al rischio della banca nel settore immobiliare è gestibile». Ha promesso di essere più selettivo nel comportamento di prestito: la banca sosterrà gli sviluppatori con un «funzionamento stabile e quelli con un forte background di azionisti», alludendo a favorire le imprese statali.

Lucia Giannini

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