CORONAVIRUS. L’ONU prevede un colpo da 200 miliardi di dollari al PIL globale

157

Le Nazioni Unite hanno avvertito che l’economia globale deve affrontare «una botta da 2.000 miliardi di dollari» in uno “scenario apocalittico” ora che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato una pandemia mondiale. Mentre il Covid-19 si diffonde in tutto il pianeta, crescono le preoccupazioni che la crescita globale sarà spazzata via con l’evaporazione della domanda dei consumatori.

«Da un punto di vista economico, la questione chiave non è solo il numero di casi di Covid-19, ma il livello di perturbazione delle economie da misure di contenimento (…) Blocchi diffusi come quelli imposti dalla Cina sono stati messi in atto in alcuni punti caldi del virus», si legge in uno studio di Oxford Economics, ripreso da Asia Times

L’impatto economico fino ad ora è già stato immenso, con i mercati mondiali che stanno affondando, mentre le principali istituzioni e le banche tagliano le previsioni di crescita. In un rapporto uscito a marzo, l’Ocse, ha annunciato di aver declassato le previsioni per il 2020 per quasi tutti i Paesi; il 9 marzo, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo è andata ancora oltre e ha previsto che il Più globale potrebbe subire «una botta da 2.000 miliardi di dollari».

Uno “scenario apocalittico” in cui l’economia mondiale è cresciuta solo dello 0,5%, comporterebbe un simile colpo al prodotto interno lordo globale riporta l’Unctad, secondo cui il crollo dei prezzi del petrolio è stato un fattore che ha contribuito al senso di disagio e di panico. Il giorno in cui l’Unctad ha pubblicato il suo rapporto, i mercati mondiali sono andati in crisi. L’isteria per il crollo dei prezzi del petrolio e il caos della catena di approvvigionamento hanno contribuito ad aumentare l’incertezza.

La diminuzione della domanda dei consumatori non solo agirà da freno, ma trascinerà verso il basso l’ulteriore crescita del Pil, mentre la velocità di diffusione del coronavirus ha colto gli economisti e gli analisti che faticano a tenere il passo. Il Gruppo Ubs ha riassunto la situazione con la frase «stiamo rivedendo… tutto (…) Per far fronte alla diffusione del virus (ulteriore calo dei consumi e interruzione della catena di approvvigionamento in diversi Paesi), alla lentezza della normalizzazione in Cina, al crollo dei prezzi del petrolio e all’ulteriore interruzione che ci aspettiamo nelle prossime quattro-sei settimane, abbiamo rivisto le nostre previsioni per i Paesi e per tutte le principali classi di attività (…) 

Nello scenario pandemico, prevediamo che la crescita globale nel 2020 scenderà allo 0,8% (con 18 dei 28 Paesi in recessione)», ha dichiarato la banca d’investimento multinazionale svizzera.

Graziella Giangiulio