Il baratro Nordcoreano

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ITALIA – Roma 10/03/2014. Molte volte dalla implosione dell’Urss, è stato previsto il collasso imminente della Corea del Nord. 

Finora tali previsioni si sono rivelate false, riporta nknews.org. I recenti sviluppi fanno pensare però che le probabilità della disintegrazione siano probabili nel medio termine. Questo non vuol dire che il collasso sia inevitabile, ma alcuni cambiamenti nella Corea del Nord ne aumentano le possibilità: la combinazione di tre fattori potrebbe diventare destabilizzante per il regime. In primo luogo, le riforme economiche, poi, l’irrequietezza sociale e il crescente senso di insicurezza dell’élite. Il governo di Kim Jong Un sta considerando di attuare riforme sociali ed economiche simili a quelle intraprese dalla Cina alla fine del 1970 e all’inizio del 1980. Nel 2013, è stato realizzato un esperimento per il passaggio a un’agricoltura familiare, primo tentativo della de-collettivizzazione agricola, cui sono seguiti tentativi di aumentare l’indipendenza delle imprese di proprietà statale, così come gli sforzi per attrarre turisti stranieri.

È importante notare che si tratta di sforzi limitati nella portata, ma importanti politicamente, perché liberano le persone dalla dipendenza del governo esponendoli alle nuove idee ed organizzazioni e stili di vieta esteri, soprattutto quello della Corea del Sud. Il figlio di Kim Jong Il ha scelto di seguire il percorso riformista cinese con tutti ibischi conseguenti.

Il popolo della Corea del Nord, in i ceti più bassi, sono sempre più irrequieti. I cambiamenti sociali sono stati drammatici ed evidenti. I nordcoreani, compresi i funzionari di vario genere sono più disposti che mai a parlare di politica e di esprimere la loro alienazione o addirittura aperta ostilità al regime. Si tratta di normali nordcoreani, che non hanno l’obiettivo di lasciare il proprio paese. Tutto ricorda l’Unione Sovietica negli anni Settanta e Ottanta, avverte nknews.org. 

Nel caso dell’Unione Sovietica, questi discorsi pericolosi si diffusero alla fine del 1950 e dopo oltre vent’anni si è registrato un significativo cambiamento politico. Nella Corea del Nord, le cose potrebbero muoversi più velocemente vista la ricca e attraente Corea del Sud. L’elite al potere ha capito che l’instabilità e le lotte al vertice potrebbero innescare un crollo del regime seguito dalla riunificazione della Corea del Sud ripentendo uno scenario tedesco, ma con molta più violenza e spargimenti di sangue. Una simile crisi potrebbe probabilmente uccidere tutti i membri dell’élite , indipendentemente dal loro atteggiamento verso il regime attuale. L’esecuzione di Jang Sung Teck (nella foto. AGC: Pyongyang: esecuzione per lo zio del leader) potrebbe annunciare l’arrivo di una nuova forma di “gestione dell’elite” di Pyongyang, potrebbe far decidere che la nuova politica sia inaccettabile perché metterebbe in pericolo la loro stessa sopravvivenza. Questo fatto aumenterebbe il rischio di una cospirazione o di un colpo di stato da parte dei funzionari che si considerino minacciati da una purga.

In sintesi, le riforme stanno creando opportunità di networking rendendo le persone meno dipendenti dal governo e più informate sul mondo esterno; il declino della fede politica, unito ad un calo della paura, rende i nordcoreani meno fedeli al regime e più disposti a mettere in discussione i dogmi dell’ideologia ufficiale; l’insicurezza nella parte superiore della scala sociale rende i più alti funzionari inclini a considerare congiure, colpi di stato o defezioni per evitare il baratro.