COREA DEL NORD. Pyongyang apre la guerra delle spie

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La procura centrale della Corea del Nord ha svelato nei giorni scorsi un elenco di persone che sarebbero coinvolte in un piano delle agenzie di spionaggio statunitensi e sudcoreane per attaccare il leader Kim Jong-un, e hanno chiesto l’estradizione.

Secondo quanto riporta Yonhap, la Corea del Nord ha affermato la scorsa settimana che un gruppo terroristico sostenuto dalla Cia e dal Nis si è infiltrato in Corea del Nord per compiere un atto terroristico contro Kim utilizzando una sostanza biochimica. L’Ufficio centrale dei procuratori pubblici ha dichiarato che «punirà severamente ideatori e complici sponsorizzati dai governi», rilasciando un elenco di quattro sospetti, tra cui Lee Byong-ho, capo delle spia della Corea del Sud. Lee sta attualmente guidando il servizio nazionale di intelligence, e sarà sostituito da Suh Hoon se la nomina di Suh fosse approvato dal parlamento.

I procuratori hanno lanciato la loro accusa ai sensi del codice penale di Pyongyang, chiedendo una pronta estradizione da parte di Seoul e Washington. «Gli Stati Uniti e la Corea del Sud dovranno arrestare tempestivamente tutti gli organizzatori, i partecipanti e i seguaci del crimine terroristico sponsorizzato dal governo contro la leadership suprema della Corea del Nord e li dovranno consegnare a noi», riporta la Kcna.

La Corea del Nord ha sostenuto che il Nis, l’agenzia d’intelligence della Corea del Sud, ha cospirato con la Central Intelligence Agency e corrotto un operaio nordcoreano, soprannominato Kim, in Russia nel giugno 2014 e lo ha trasformato in un terrorista.

Hanno poi consegnato a Kim oltre 20 mila dollari in due occasioni e un trasmettitore-ricevitore satellitare dopo aver pianificato di uccidere il leader nordcoreano attraverso una bomba o con delle sostanze biochimiche.

Pyongyang ha quindi minacciato di lanciare un’azione anti-terrorismo contro le agenzie di intelligence di Seoul e Washington, senza però spiegare i dettagli.

Antonio Albanese