COREA DEL SUD. Tagliati tassi d’interesse: l’economia è al ribasso

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La Banca di Corea ha deciso il 16 ottobre di ridurre il tasso d’interesse dello 0,25% all’1,25%, il livello più basso degli ultimi due anni. Il Monetary Policy Board della Banca centrale ha abbassato il suo tasso di riferimento all’1,25% nel giugno 2016. Ma ha aumentato il tasso di riferimento dello 0,25% nel novembre 2017 e di un altro 0,25% nel novembre dello scorso anno, dopo la Fed statunitense, che ha poi cercato di normalizzare la sua politica monetaria.

Tuttavia, nel luglio di quest’anno la Bok (Bank of Korea) ha modificato la sua posizione politica a favore di un allentamento monetario, riducendo il tasso di riferimento dello 0,25% con il peggioramento delle condizioni esterne, principalmente a causa del prolungato deficit commerciale USA-Cina, riporta Asia Times. Il secondo taglio del tasso di quest’anno significa che l’economia coreana è sotto pressione al ribasso.

«Andando avanti, il consiglio di politica monetaria si aspetta che la crescita economica interna scenda al di sotto della proiezione di luglio, soprattutto a causa della continua disputa commerciale USA-Cina e degli accresciuti rischi geopolitici», ha detto la banca centrale.

Questa osservazione significa che il tasso di crescita del Pil della Corea del Sud quest’anno sarà probabilmente inferiore al 2,2%. In luglio, la banca centrale ha abbassato le previsioni di crescita economica della Corea del Sud per quest’anno al 2,2% rispetto al precedente 2,5%.

Bok ha detto in un comunicato: «Il ritmo della crescita economica interna è rimasto lento, in quanto la crescita dei consumi si è indebolita, mentre sono proseguiti l’aggiustamento degli investimenti nelle costruzioni e la lentezza delle esportazioni e degli investimenti in infrastrutture (…) Le condizioni di lavoro sono parzialmente migliorate, con un aumento del numero di persone occupate», ha poi aggiunto.

Il numero di occupati è aumentato di 348.000 unità in settembre, dopo l’aumento di 452.000 unità in agosto. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, che a settembre hanno registrato un meno 0,4%, la banca ha respinto la possibilità di deflazione: «Guardando al futuro, si prevede che l’inflazione dei prezzi al consumo sarà inferiore al percorso previsto a luglio e fluttuerà per un certo tempo intorno al livello dello 0%, per poi oscillare nell’intervallo dell’1% a partire dal prossimo anno. Anche l’inflazione di fondo aumenterà gradualmente».

Graziella Giangiulio