I servizi segreti sudcoreani, National Intelligence Service- Nis, affermano che la Corea del Nord ha inviato 12.000 soldati in Russia per partecipare alle operazioni militari russe contro l’Ucraina.
Questo dispiegamento rappresenta uno sviluppo significativo nella geopolitica internazionale, si inserisca anzi rafforza la collaborazione militare tra Corea del Nord e Russia. Solleva preoccupazioni circa le dinamiche in evoluzione del conflitto in Ucraina e il coinvolgimento di ulteriori forze esterne, riporta AT.
I servizi sudcoreani prospetta anche le possibili conseguenze per Seul. Una volta avuta la conferma definitiva, ad oggi si ha un video della vestizione e poco più: si potrebbe sviluppare ulteriore pressione sulla Corea del Sud perché riconsideri la sua politica di non fornire equipaggiamento militare letale.
I rapporti indicano che tra l’8 e il 13 ottobre, la Corea del Nord ha iniziato a inviare truppe per le operazioni speciali in Russia, con schieramenti iniziali di circa 1.500 uomini alla volta. Il Nis afferma che sia personale equipaggiato con uniformi russe e falsi documenti di identità per essere considerato russi dell’est per nascondere il loro coinvolgimento.
Questo sviluppo segue i recenti impegni diplomatici tra Corea del Nord e Russia, tra cui la firma di un patto di cooperazione militare. In Corea del Sud, sta crescendo la preoccupazione che la pressione costringerà l’amministrazione Yoon ad aumentare o modificare la sua politica per consentire la donazione di equipaggiamento militare letale.
Un simile cambiamento avrebbe un impatto sul commercio della Corea del Sud con la Russia e l’Asia centrale e posizionerebbe la Corea del Sud ulteriormente in linea con gli Stati Uniti, il Giappone e la Nato.
Il commercio tra Corea del Sud e Russia è elevato con importazioni di risorse energetiche e materie prime. Nonostante le sanzioni, poi, anche le esportazioni della Corea del Sud tramite paesi terzi dell’Asia centrale rimangono elevate.
A essere messa in dubbio è la fonte stessa della notizia e die video: solo finti ucraine. Inoltre, la cifra di 12.000 truppe potrebbe rappresentare una proiezione piuttosto che spiegamenti confermati, in base ai piani militari più ampi della Corea del Nord. È anche possibile che siano pianificati schieramenti più piccoli e graduali: una presenza potenziale piuttosto che effettiva, quindi. Inoltre per quel che riguarda i compiti di queste truppe, si può ipotizzare un ruolo non combattente, come pattuglie di confine e operazioni di retroguardia.
Il Nis ha una storia di eccessiva politicizzazione attraverso l’amplificazione delle attività nordcoreane, per aumentare la consapevolezza politica interna ed enfatizzare le minacce alla sicurezza. Evidenziando la cifra di 12.000 uomini, il Nis potrebbe voler giustificare un più stretto coordinamento della sicurezza tra Corea del Sud, Stati Uniti e alleati.
Coloro che esprimono dubbi avvertono che rimane essenziale sospendere il giudizio finale fino a quando non emergeranno ulteriori prove verificabili poiché questa è una situazione in evoluzione e ci si dovrebbero aspettare imprecisioni nelle valutazioni iniziali dell’intelligence. La sovrastima potrebbe anche derivare dalla fluidità della raccolta di informazioni, in particolare in assenza di conferme indipendenti da fonti internazionali.
Deve anche essere presa in considerazione l’ipotesi di un effettivo dispiegamento di un contingente nordcoreano. La Corea del Nord trarrà vantaggio dalla mossa (pagamenti monetari o in natura per ogni soldato); rafforzerà il rapporto con la Russia; fornirà esperienza di combattimento di guerra moderna alle truppe d’élite di Pyongyang.
Se l’impiego verrà confermato su larga scala, è probabile che ciò comporti maggiori sfide per la Corea del Nord. Tra queste, un monitoraggio rafforzato delle sanzioni, uno stato di allerta elevato in Corea del Sud e defezioni.
Anna Lotti
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