
Pyongyang ha lanciato un nuovo missile balistico che ha sorvolato il Giappone, continuando a sfidare l’Onu e gli Usa. La scelta del Giappone non è stata neanche stavolta casuale.
In una serie di articoli su Kcna e Rodong Sinmun, il lancio è stato commentato in maniera trionfalistica. Gli strali di Pyongyang hanno colpito Giappone in primis, reo quest’ultimo di voler perseguire una politica neocoloniale nel sud est asiatico, e poi la Corea del Sud, burattino insano del puparo statunitense.
«Kim Jong Un, presidente del Partito dei Lavoratori della Corea, presidente della commissione per gli affari statali della Rpdc e comandante supremo dell’esercito popolare coreano, ha guidato ancora una volta un’ esercitazione di lancio di un missile balistico strategico a medio-lungo raggio Hwasong-12 (…) L’esercitazione di lancio è stata condotta con l’obiettivo di sedare la belligeranza degli Stati Uniti, che di recente hanno parlato di misure militari contro la Rpdc, e di rafforzare la capacità operativa per l’attacco e il contrattacco militare (…) confermando le procedure di azione di una guerra reale», riporta Kcna.
Nel lungo resoconto del test, vengono riportate le parole del leader nordcoreano: «Come riconosciuto da tutto il mondo, abbiamo ottenuto tutti questi risultati nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite che sono durate per decenni e nessuno di loro è stato fatto grazie a qualsiasi “beneficio” delle Nazioni Unite (…) Dovremmo mostrare chiaramente ai grandi sciovinisti della grande potenza (gli Usa, ndr) visto che il nostro stato raggiunge l’obiettivo di completare la sua forza nucleare nonostante le loro sanzioni illimitate e il blocco».
Il Rodong Sinmun poi colpisce il Giappone e a seguire la Corea del Sud: «Il Giappone sta intraprendendo azioni militari offensive nelle acque contese nel Mare del Sud della Cina (…) Si dice che il Giappone ha in programma di coinvolgere anche la Gran Bretagna in esercitazione militari congiunte.
È l’ambizione invariabile del Giappone di realizzare ad ogni costo il vecchio sogno della “Grande Sfera di co-prosperità Est-Asia”.
Il Giappone, che ha assicurato una base politica e militare per l’aggressione oltreoceano con il sostegno degli Stati Uniti, sta intensificando le sue azioni militari nelle acque contese nel Mare del Sud della Cina come parte dei suoi sforzi per realizzare il suo piano di espansione (…) I presidenti della Corea del Sud sono tutti burattini controllati dal “puparo” statunitense (…) che li tratta come suoi servitori coloniali e li sostituisce senza pietà, se non necessari. Per gli Stati Uniti, non sono altro che strumenti di servizio per il suo dominio coloniale e la dominazione sulla Corea del Sud (…) Il destino di un servitore coloniale è affrontare una fine tragica (…) È giunto il momento che le attuali autorità sudcoreane comprendano la verità».
Antonio Albanese