COREA DEL NORD. Tokyo afferma e AIEA conferma: Pyongyang ha testate nucleari 

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La Corea del Nord ha miniaturizzato con successo le sue armi nucleari nelle testate, secondo il giornale giapponese Yomiuri Shimbun, il 22 agosto, che cita dubbi e preoccupazioni espresse in precedenza nel Libro Bianco della Difesa 2018.

Secondo il quotidiano conservatore, il ministero della Difesa giapponese ha aggiornato la sua valutazione delle armi nucleari nordcoreane in una prima bozza del documento 2019, che dovrebbe essere approvato per la pubblicazione in una riunione di governo in Giappone verso la metà di settembre. Il documento dello scorso anno riportava che Pyongyang avrebbe potuto aver acquisito la capacità di miniaturizzare le sue armi nucleari. 

Questa valutazione fa seguito alla pubblicazione del rapporto annuale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Aiea, per il 2018, in cui si afferma che la Corea del Nord sembra aver continuato a gestire i suoi impianti di produzione nucleare per tutto lo scorso anno, anche se si era impegnata con gli Stati Uniti nel cammino di denuclearizzare. 

Secondo il rapporto, caricato sul sito dell’Aiea sempre il 22 agosto, e ripreso in parte dal quotidiano sudcoreano Korea JoongAng Daily, l’agenzia ha aumentato il monitoraggio del programma nucleare della Corea del Nord attraverso una squadra speciale costituita nell’agosto 2017.

Il team ha riscontrato segni di regolare operatività del reattore da 5 Megawatt della centrale nucleare di Yongbyon fino a metà agosto 2018, seguiti da indicazioni di «funzionamento intermittente del reattore» da metà agosto a novembre. A dicembre non vi sono stati segni di attività del reattore, si legge nel rapporto.

Segni di attività sono stati osservati anche dal team che studia l’attività dell’impianto vicino al fiume Kuryong, «che potrebbe essere stato collegato a modifiche al sistema di raffreddamento per la reazione dell’acqua leggera in costruzione», e alla centrale a vapore del Laboratorio Radiochimico di Yongbyon tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, anche se il rapporto aggiungeva che la durata di questa attività non era «sufficiente a sostenere il ritrattamento di un nucleo completo del reattore della Centrale nucleare da 5 Megawatt».

Anche lo Yongbyon Nuclear Fuel Rod Fabrication Plant ha mostrato segni di attività nel suo impianto di arricchimento a centrifuga, che secondo il rapporto potrebbe essere correlato alla fabbricazione di componenti del reattore e al loro trasferimento all’edificio del reattore.

Un gruppo di edifici all’interno di un perimetro di sicurezza vicino a Pyongyang ha anche mostrato caratteristiche che «non sono incoerenti con un impianto di arricchimento a centrifuga», un possibile riferimento a un sito di arricchimento dell’uranio sospetto a Kangson, a pochi chilometri dalla capitale del paese. «La continuazione e l’ulteriore sviluppo del programma nucleare della Rpdc nel 2018 […..] sono chiare violazioni delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, compresa la risoluzione 2375 (2017), e sono profondamente deplorevoli», si legge nel rapporto.

Anche il sito 38 North riporta che ci sono segnali indicanti la prosecuzione delle operazioni presso l’impianto di arricchimento dell’uranio di Yongbyon. I funzionari statunitensi hanno chiarito in diverse occasioni che l’attività di Pyongyang non è in  in linea con la sua promessa di denuclearizzazione. 

Con la prevista ripresa dei colloqui nel giro di poche settimane, il regime nordcoreano ha evitato di violare la moratoria autoimposta sulle armi nucleari e sui test dei missili balistici a lungo raggio; le prossime discussioni si concentreranno probabilmente sui numerosi impianti di produzione nucleare del paese, ma potrebbero anche affrontare l’arsenale nordcoreano di circa 20-30 testate nucleari e la quantità di materiale fissile che, secondo l’Arms Control Association potrebbe essere sufficiente a produrre altre 30-60 armi nucleari. 

Antonio Albanese