Non è poi tanto sicuro che Jo Yong Won, il censore di Kim Jong Un, sia il numero 2 del regime. L’agenzia sudamericana Yonhap, dopo aver fatto uscire la notizia dell’apertura della posizione così vicina al leader supremo e del nome di colui che dovrebbe ricoprirla Jo Yong Won, appunto; la stessa agenzia di stampa ha battuto un’altra storia, secondo cui il posto n. 2 del partito è ancora vacante, ma sembra fatto su misura per un membro della famiglia al potere: la sorella di Kim Jong-un, Yo Jong.
Potrebbe farsi avanti come “rappresentante” debitamente autorizzata di Kim nel caso in cui Kim stesso fosse indisposto: «In caso di emergenza, comprese quelle che coinvolgono la salute del leader Kim, Kim Yo-jong è probabile che assuma ad interim questa posizione di vice e agisca temporaneamente come successore fino a quando il potere sarà consegnato al figlio di Kim Jong-un», afferma l’ex ministro dell’unificazione Lee Jong-seok.
Essendo il regime dei Kim è una dinastia familiare, la lunghezza del termine di mandato potrebbe essere lunga visto che il figlio di Kim, Ju Ae, ha solo otto anni.
Anche il quotidiano sudcoreano progressista e pro-riunificazione Hankyoreh propende per una simile ipotesi; il titolo della nuova posizione, “primo segretario del Partito dei Lavoratori”, è un titolo che Kim stesso ha tenuto all’inizio del suo mandato, dopo la morte di suo padre e predecessore Kim Jong Il. Primo segretario è un titolo esaltato nel sistema nordcoreano, dove i non appartenenti alla dinastia che hanno posizioni elevate andrebbero con “primo vice” segretario o direttore o altro
«Non possiamo escludere completamente la possibilità di Jo Yong Won, ma il posto di vice sembra essere finalizzato più a garantire la stabilità del regime per il successore» e Jo non è parte della dinastia Kim.
A Seul, si è scatenato quindi una sorta di lotteria mediatica su chi potrebbe essere il numero 2 del regime: il giornale conservatore Chosun Ilbo, afferma che «Il regime nordcoreano ha creato il nuovo posto di secondo in comando del leader supremo, presumibilmente in modo che il titolare possa prendersi la colpa dei fallimenti di Kim Jong-un».
Anche il Sejong Institute think tank della Corea del Sud è intervenuto, dicendo che la creazione della nuova posizione è parte di una tendenza più ampia, ma sottovalutata, all’interno della struttura di potere della Corea del Nord: «Non si tratta di condivisione del potere, ma di una delega dell’autorità decisionale al primo segretario (…) fa parte del processo di normalizzazione del governo in Corea del Nord», una “normalizzazione” dall’alto verso il basso.
Graziella Giangiulio