COREA DEL NORD. Scongelati i beni sudcoreani di Kaesong

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È stato confermato che la Corea del Nord eliminerà il congelamento dei beni sudcoreani all’interno del complesso industriale di Kaesong. La decisione della Corea del Nord arriva dopo due anni e otto mesi da quando ha unilateralmente congelato i beni nel febbraio 2016, protestando contro la decisione della Corea del Sud di chiudere le operazioni. 

Come riporta Dong A-Ilbo, con l’abolizione del congelamento, la cooperazione economica intercoreana dovrebbe accelerare, oltre alla ratifica da parte del presidente Moon della dichiarazione congiunta di Pyeongyang, che si impegna a normalizzare operazioni complesse, il 23 ottobre.

Il governo sudcoreano e le aziende che in precedenza hanno operato nel complesso nordcoreano stanno pianificando una visita di controllo dello stato dei beni. Secondo quanto riferito, le strutture dovrebbero essere in buone condizioni, avendo funzionato di tanto in tanto anche dopo la chiusura del complesso. 

Gli esperti dicono che la recente decisione potrebbe essere un segno di riapertura del complesso industriale. I leader di entrambe le parti hanno concordato di «dare priorità alla normalizzazione del complesso industriale del Kaesong e del turismo del Monte Kumgang, poiché le condizioni lo consentono» nella dichiarazione congiunta firmata a settembre. Alcuni dicono che l’amministrazione Trump avrebbe manifestato la propria disapprovazione nei confronti della cooperazione economica tra le due Coree, che si sta accelerando. Il portavoce presidenziale sudcoreano Kim Eui-kyum ha detto in un briefing, tenutosi giorni fa, che «il complesso non riaprirà a meno che le sanzioni nordcoreane non siano eliminate». 

Le aziende presenti nel complesso industriale di Kaesong stanno nutrendo grandi speranze che questo processo vada avanti, per poter ammortizzare i  danni subiti che hanno portato anche ad una serie di azioni legali nei confronti del governo di Seul. Si tratta di 124 imprese e di 140 appaltatori. Sono stati distribuiti oltre 517,3 miliardi di won, con una decisione presa poco dopo la chiusura della zona industriale all’inizio del 2016.

Graziella Giangiulio