Di fronte alle incertezze economiche dovute alla pandemia, alcuni venditori di cibo di strada nordcoreani stanno eliminando alcuni ingredienti e riducendo le dimensioni delle porzioni di cibo che vendono.
Come riporta Daily NK, «le dimensioni delle porzioni di cibo di strada vendute in aree come Chongjin e Hoeryong sono state dimezzate nell’ultimo mese (…) alcuni venditori di cibo di strada hanno anche raddoppiato i prezzi».
La carne artificiale a base di soia, l’injogogibap), il tofu sul riso, dububap, e il pane di grano sono cibi di strada assai diffusi nel paese. Tuttavia, secondo Daily NK, la dimensione delle porzioni, che sono diventate estremamente piccole e con i prezzi aumentati, ha reso la gente poco disposta a mangiare cibo di strada.
I venditori di cibo di strada nei mercati nordcoreani hanno ridotto le dimensioni delle porzioni dall’agosto dello scorso anno, in risposta alla stagnazione economica del paese e al calo del potere d’acquisto da parte dei consumatori; all’epoca però, i venditori non avevano aumentato i prezzi dei loro piatti. A partire da marzo, tuttavia, ci sono stati chiari aumenti: l’injogogibap, il dububap e il pane di grano, che prima costavano 500 Kpw, ora sono raddoppiati arrivando a 1.000 Kpw; altri hanno abbassato il prezzo e dimezzato le porzioni, togliendo “ingredienti chiave”.
Tutti questi sforzi da parte dei venditori, tuttavia, non hanno avuto un chiaro impatto sui loro profitti. Il numero di nordcoreani che mangiano cibo di strada è «diminuito, portando i venditori di cibo di strada ad vivere un momento ancora più difficile (…) A causa delle misure di controllo del Covid 19 e delle restrizioni di movimento, un numero crescente di persone non può nemmeno guadagnare 5000 Kpw al giorno» così da non poter comprare cibo da strada.
Daily NK spiega che «come risultato, le persone che gestiscono attività di rivendita di cibo da strada stanno scomparendo una ad una (…) molte persone dicono che le bancarelle di cibo di strada scompariranno completamente se questa situazione continuasse».
Graziella Giangiulio