COREA DEL NORD. Riapre il commercio con la Cina e al via nuove misure anti Covid-19

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Il commercio tra la Corea del Nord e la Cina sembra riprendere dopo la chiusura totale del confine tra i due Paesi alla fine di gennaio scorso. «I camion cinesi hanno recentemente attraversato il ponte dell’amicizia sino-nord coreano da Sinuiju a Dandong», riporta Daily NK che cita fonti cinesi. «Non c’erano stati molti attraversamenti da tempo a causa della situazione del coronavirus, ma ora sì», prosegue Daily NK.

In video si vedono infatti diversi grandi camion portacontainer che attraversano il ponte dell’Amicizia sino-nordcoreano, che collega Sinuiju, città di confine nella provincia di North Pyongan, e Dandong, che si trova nella provincia cinese di Liaoning. Nel video sui vede che i camion sono diretti verso la Cina, partendo dal lato nordcoreano del ponte verso il lato cinese.

I conducenti dei camion sarebbero stati posti in quarantena per due settimane al loro arrivo in Cina.

Sempre il Daily NK riporta che «circa 10 camion» hanno attraversato il ponte dal 23 marzo e che i camion continuano ad attraversare il ponte dal lato nordcoreano verso la Cina. Anche i ristoranti nordcoreani in Cina, secondo quanto riportava il 30 marzo lo stesso quotidiano, si stanno preparando costantemente verso la riapertura al pubblico.

In tutto ciò, Pyongyang continua ad insistere, per quanto possano essere ritenute dubbie le sue affermazioni, che non ci sono casi confermati di Covid-19 all’interno dei suoi confini

Il Dipartimento di Stato americano dice che comunque si dovrebbero fare maggiori pressioni politiche ed economiche sulla Corea del Nord per costringerla ad un accordo sulla denuclearizzazione, mentre le Nazioni Unite dicono che è necessario un alleggerimento delle sanzioni stante la pandemia.

Secondo Voa, un nuovo rapporto del Dipartimento di Stato presentato al Congresso la scorsa settimana ha giustificato la richiesta di un budget di 938 milioni di dollari per le sue attività nella regione dell’Asia orientale e del Pacifico: priorità assoluta per il Dipartimento nella regione è la campagna per fare pressione sulla Corea del Nord affinché abbandoni i suoi programmi missilistici

Designando Pyongyang come uno stato “problematico” che presentava una minaccia diretta e urgente per la sicurezza degli Stati Uniti e per la sicurezza globale a causa delle sue armi di distruzione di massa, il Dipartimento ha detto che circa 74 milioni di dollari sarebbero stati stanziati per interrompere i flussi finanziari e materiali verso il regime come parte dell’iniziativa “Riduzione della minaccia globale”, riporta Jongaang Daily. 

Con l’appello del Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, alle 20 potenze industrializzate alla fine del mese scorso ha chiesto deroghe alle sanzioni per paesi come la Corea del Nord per garantire alle loro popolazioni l’accesso al cibo, alle forniture sanitarie essenziali e al supporto medico.

Gli ha fatto eco, Michelle Bachelet, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha chiesto l’alleggerimento delle sanzioni per paesi come la Corea del Nord, l’Iran, il Venezuela, lo Zimbabwe e Cuba siano allentate per garantire che i loro settori sanitari possano rispondere al contagio.

Non è ancora chiaro quanto la Corea del Nord sia colpita dal nuovo coronavirus, che ha il potenziale di travolgere il suo arcaico sistema sanitario. Ufficialmente, il regime continua a negare di avere infezioni da coronavirus nel Paese, e il capo del suo quartier generale antiepidemico ha dichiarato la scorsa settimana, riporta Afp, che i suoi sforzi per combattere il virus sono stati finora senza soluzione. Il regime, tuttavia, dovrebbe tenere una sessione plenaria dell’Assemblea Suprema del Popolo, questa settimana, in cui si prevede vengano annunciate ulteriori misure per combattere la pandemia.

Antonio Albanese