COREA DEL NORD. Pyongyang: “Siamo la più grande minaccia per gli USA”

1643

Sui media nordcoreani proseguono i commenti sulle recenti mosse statunitensi che hanno portato Gli Stati Uniti inviare il sottomarino nucleare Cheyenne al porto sudcoreano di Pusan.

Il Rodong Sinmun, in un editoriale del 12 giugno, afferma che questa mossa e «l’esercitazione di evacuazione dei suoi cittadini residenti nella Corea del Sud dal 6 al 9 giugno fatta con il pretesto di “affrontare l’attacco nucleare e missilistico dal Nord”» sono il sintomo di una guerra nucleare alle porte.

«Come già noto, gli americani hanno lanciato un’esercitazione militare congiunta che simulava un attacco preventivo sulla Rpdc nell’Est della Corea, assieme al Giappone e alla Corea del Sud con il pretesto di affrontare “provocazioni e minacce del nord”. Due gruppi di attacco degli Stati Uniti sono coinvolti nell’esercitazione». Questo scenario dipinto dal quotidiano del partito di governo a Pyongyang domostrerebbe che gli Usa «senza esitazione intendono provocare una guerra nucleare contro la Rpdc, massimizzando la pressione militare su di essa. L’evacuazione civile avviene alla vigilia di una guerra».

Gli Stati Uniti hanno annunciato una “soluzione attraverso il dialogo e le trattative”, affermando che non avrebbero né rovesciato il governo della Rpdc, né invaso il suo territorio, ma avrebbero lasciato integro il suo sistema sociale». Per la voce del partito, «è solo ipocrisia per coprire il suo  vero scenario: l’aggressione. Mostra solo che la provocazione di una guerra nucleare ha raggiunto la fase più rischiosa».

«Gli Stati Uniti stanno abbandonando», riporta inoltre Kcna «la retorica che l’intensificazione delle attività strategiche nucleari nella penisola coreana serve a contrastare la “provocazione e la minaccia imprevedibile” dalla Rpdc e che il dispiegamento serve come “effetto deterrente”». Oggi, dopo test nucleari nordcoreani, gli Usa non possono più colpire la Corea del Nord a loro piacimento, anzi: «Sono passati i giorni e non torneranno mai più quando gli USA potevano colpire la Rpdc (…)  Al contrario, la Rpdc è diventata la più grande minaccia per gli Stati Uniti (…) i rapporti tra loro sono già stati trasformati in quelli tra Stati con armi nucleari. Gli Stati Uniti dovrebbero capire che la loro politica di flettere i muscoli nasce da una cattiva informazione e non cambierebbe la situazione e dovrebbe comportarsi usando autocontrollo e prudenza».

Antonio Albanese