La Corea del Nord, il 7 marzo, si è lanciata contro cinque nazioni europee per aver condannato i suoi recenti lanci balistici, avvertendo che un tale “comportamento sconsiderato” avrebbe scatenato “un’altra reazione epocale”.
Il 5 marzo, Belgio, Gran Bretagna, Estonia, Francia e Germania, tutti paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, definendo una provocazione il lancio di due razzi da parte della Corea del Nord, che si presume siano missili balistici a corto raggio, una provocazione che ha violato le risoluzioni delle Nazioni Unite, riporta Yonhap.
I media della Corea del Nord hanno affermato che i lanci facevano parte di un’esercitazione di artiglieria a lungo raggio sotto la supervisione del leader Kim Jong-un. Un portavoce del ministero degli Esteri della Corea del Nord ha detto che i lanci facevano parte di «esercitazioni di routine del nostro esercito», aggiungendo che condannarli non è «altro che una logica per cui dovremmo rinunciare al nostro diritto all’autodifesa».
«Il pensiero illogico e il sofisma di questi paesi stanno gradualmente assumendo una stretta somiglianza con gli Stati Uniti, che sono ostili a noi», si legge nella dichiarazione della Korean Central News Agency.
«Il comportamento sconsiderato di questi Paesi istigato dagli Stati Uniti diventerà una miccia che scatenerà la nostra ennesima reazione epocale», prosegue poi il comunicato.
La dichiarazione, tuttavia, non ha precisato quale sarebbe stata la reazione epocale.
I lanci in questione sono stati i primi del loro genere in più di tre mesi e i primi da quando la Corea del Nord ha minacciato all’inizio di quest’anno di mettere in mostra una “nuova arma strategica” nel prossimo futuro.
La stessa sorella di Kim Jong Un, Kim Yo Jong, e un alto funzionario del governo, ha difeso i lanci di lunedì scorso come esercitazioni militari, dicendo che non erano destinati a minacciare nessuno; si trattava della prima apparizione di Kim Yo Jong da mesi.
Luigi Medici