COREA DEL NORD. Pyongyang guarda al disertore nel parlamento sudcoreano

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L’elite politica di Pyongyang sta osservando da vicino l’ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra Thae Yong Ho, nel suo nuovo impegno politico in Corea del Sud.

La notizia della decisione di Thae di candidarsi si è diffusa rapidamente nei circoli elitari di Pyongyang, soprattutto perché è considerato il più importante disertore della Corea del Nord in questo momento, secondo fonti nordcoreane riprese da Daily Nk.

La notizia della candidatura di Thae non è ancora diffusa nella popolazione che si ritiene che si sarebbe diffusa entro la settimana.

La candidatura di Thae al parlamento di Seul ha sia sostenitori che detrattori nell’elite della Corea del Nord. I sostenitori dicono che “la Corea del Sud è un grande Paese” per aver permesso a un diplomatico disertore della Corea del Nord di candidarsi.

I sostenitori hanno anche espresso interesse per come si svolgerà l’elezione di Thae all’Assemblea nazionale, elogiando la Corea del Sud come un Paese in cui chiunque «indipendentemente dal songbun (casta), dal background familiare e dalla classe» può svilupparsi ed esprimersi.

Alcune delle élite della Corea del Nord a Pyongyang, tuttavia, hanno espresso opinioni diverse sulla candidatura di Thae. Hanno affermato che la candidatura di Thae è una “strategia” per convincere i nordcoreani a credere alle “fantasie sul capitalismo” e che Thae è semplicemente un burattino.

Alcuni esponenti dell’élite di Pyongyang ritengono che Thae sia già stato eletto, in gran parte a causa di un malinteso sul funzionamento delle elezioni in Corea del Sud. Le leggi elettorali della Corea del Nord stabiliscono che chiunque può candidarsi alle elezioni, ma la realtà è che solo i candidati selezionati dal Comitato centrale della Corea del Nord sono autorizzati a candidarsi.

La fonte di Daily Nk ha aggiunto che «la candidatura di Thae è un’opportunità per i nordcoreani di conoscere le differenze tra le elezioni nella Corea del Nord e nella Corea del Sud, il significato di elezioni libere ed eque, e di confrontare le assemblee nazionali delle due Coree per vedere quale di esse rappresenta meglio gli interessi del popolo».

Antonio Albanese