COREA DEL NORD. Pyongyang è ancora nel sistema SWIFT

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Quattro banche della Corea del Nord sono ancora presenti sulla rete Swift, la rete di messaggistica finanziaria globale, nonostante le sanzioni degli Stati Uniti verso le istituzioni finanziarie per i loro collegamenti ai programmi di armamenti di Pyongyang. L’agenzia sudcoreana Yonhap riporta una notizia del Wall Street Journal.

Il Wsj, riportando fonti anonime, afferma che la Foreign Trade Bank, la Kumgang Bank, la Koryo Credit Development Bank, e la North East Asia Bank rimangono ancora nella rete Swift.

Questo fatto rappresenta uno schiaffo alla campagna internazionale degli Stati Uniti contro Pyongynag, Washington intende infatti tagliare il regime comunista fuori dal sistema finanziario internazionale, al fine di isolare il regime nordcoreano e rallentare o frenare i suoi programmi missilistici e nucleari balistici.

Gli Stati Uniti hanno imposto una serie di sanzioni sulla Trade Foreign Bank nel 2013, accusandola di finanziare i programmi di produzione di armi di distruzione di massa. Le altre tre banche sono state inserite nella lista nera a dicembre 2016 perché sostenevano i programmi di armamenti del Nord.

La scappatoia è stata resa possibile perché Swift, che ha sede in Belgio, è tenuto per legge a rispettare le sanzioni Onu, ma non deve rispettare la legge degli Stati Uniti se le sue attività non rientrano sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, riporta il quotidiano statunitense.

I servizi di messaggistica finanziaria specializzati sono essenziali per le transazioni finanziarie internazionali. Senza questi servizi, bonifici e altre transazioni globali sono impossibili. Il più rappresentativo di tali servizi è lo Swift o Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication.

Ogni giorno Swift fa trasferire trilioni di dollari tra 8.000 istituzioni finanziarie in 200 paesi. Partecipano allo Swift 6.000 banche e il sistema comprende più di 180mila punti di servizio. Ciò consente di inviare denaro a qualsiasi banca in qualsiasi paese del mondo.

Graziella Giangiulio