Il segretario Generale del Ministero dell’Energia algerino Fatma Zohra Cherfi ha incontrato il 26 aprile, ad Algeri, il vice Ministro degli Affari esteri della Corea del Nord Sin Hong Chol, riporta l’Algeria Press service che pubblica un comunicato ministeriale.
Durante la loro riunione, i due diplomatici hanno esaminato le modalità per rafforzare le relazioni di cooperazione e partenariato tra i due paesi nel settore dell’energia. Cherfi ha presentato le linee principali della politica energetica basata sulla transizione energetica e lo sviluppo sostenibile.
Sono stati sottolineati i progetti di strutturazione da attuare e le possibili opportunità di cooperazione, in particolare nelle energie rinnovabili, nella produzione locale di attrezzature industriali, nonché nella lavorazione degli idrocarburi e nella formazione.
Da parte sua, Chol ha insistito sulla necessità di rafforzare ulteriormente le relazioni tra i due paesi, in particolare nel campo dell’energia. Ha sottolineato le opportunità offerte all’Algeria nel campo dell’esplorazione in Corea del Nord e le competenze che il suo paese possiede nella trasformazione degli idrocarburi.
Questa visita risulta interessante alla luce della scarsità di benzina a Pyongyang che ha scatenato un aumento dei prezzi incontrollato sta aumentando i timori di un diffuso malcontento popolare contro Pechino perché si tende a dare la colpa alla Cina.
La scarsità, che è estremamente insolita e senza precedenti, è iniziata nei giorni scorsi quando si è diffusa la voce, poi confermata dei razionamenti, riporta Japan Times. A Pyongyang si vedono in questi giorni scene incredibili in cui gli automobilisti fanno la fila e riempiono, quando possono, ogni tipo di contenitore. I prezzi, nel frattempo, sono continuati ad aumentare.
La Cina fornisce la maggior parte del carburante alla Corea del Nord, e senza spiegazioni ufficiali, le voci diffuse indicano Pechino dietro la carenza di benzina. Questo malcontento si va ad aggiungere alle criticità internazionali sulla contrapposizione tra Pyongyang e Washington che ha chiesto l’intervento diretto di Pechino.
Sebbene gli scambi tra la Corea del Nord e la Cina sono stati solidi, ci sono indizi che Pechino stia stringendo silenziosamente sull’applicazione di alcune sanzioni internazionali volte a far abbandonare a Pyongyang lo sviluppo di armi nucleari e di missili a lungo raggio. Infatti, il limitare l’offerta di petrolio è stata apertamente discussa a Pechino come un’opzione possibile di pressione sulla Corea del Nord. Se ciò accada effettivamente non è chiaro.
Due giorni dopo la pubblicazione delle restrizioni al commercio, la Kcna ha condannato in un editoriale insolitamente duro e anche minaccioso, «un paese intorno alla Rpdc», un riferimento ovvio, se non esplicito, alla Cina.
Non è ancora chiaro se la carenza di benzina abbia influenzato il settore militare e la burocrazia della Corea del Nord, perché tutti hanno accesso prioritario all’offerta controllata dallo stato. Il dato certo è che i nordcoreani stanno vivendo la carenza in maniera pesante e la colpa, per loro, è tutta di Pechino.
Antonio Albanese