
La Corea del Nord ha tentato di hackerare i server del produttore di farmaci statunitense Pfizer per ottenere informazioni tecnologiche sul vaccino e sul trattamento contro il coronavirus messo a punto dall’azienda. A rivelarlo sono stati alcuni funzionari del servizio di intelligence nazionale sudcoreano, ma al momento non è chiaro quali siano i dati che sono stati rubati.
L’agenzia stampa sudcoreana Yonhap ha riferito che sarebbe stata la National Intelligence Agency (NIS) a rivelare queste informazioni in una sessione a porte chiuse del comitato di intelligence dell’Assemblea nazionale. La NIS avrebbe inoltre dichiarato che gli hacker sarebbero stati più interessati a vendere la tecnologia del vaccino piuttosto che a utilizzarla per sviluppare un vaccino interno.
In una sessione parlamentare a porte chiuse, il NIS ha riferito che il numero medio giornaliero di attacchi informatici in Corea del Sud è aumentato del 32% su base annua a circa 1,58 milioni di casi, la maggior parte dei quali non hanno avuto successo.
Pfizer e BioNTech hanno affermato che la loro proprietà intellettuale relativa allo sviluppo di vaccini condivisa con l’Agenzia Europea per i Medicinali era stata presa di mira a dicembre a seguito di un attacco informatico durante il quale erano stati consultati illegalmente dei documenti relativi al vaccino. Nessuno dei loro sistemi, però, è stato violato anche se la Corea Del Nord non è nuova ad episodi di questo tipo in quanto già lo scorso gennaio aveva iniziato la sperimentazione di un vaccino nordcoreano utilizzando le informazioni ottenute attraverso attività di hackeraggio.
Al momento, però, nessuna delle due case farmaceutiche ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.
Inoltre è stato rilevato un altro dato allarmante per la cybersicurezza: durante la pandemia COVID-19 lo spionaggio digitale ai danni di organismi sanitari, scienziati di vaccini e produttori di farmaci è aumentato in modo esponenziale. A causa di ciò gruppi di hacker sostenuti dallo Stato sono stati messi al lavoro e stanno mettendo in atto misure per proteggere le informazioni dalle ultime ricerche condotte in ambito epidemiologico.
Microsoft ha affermato di aver rilevato tentativi di violazione da parte di hacker nordcoreani contro almeno nove organizzazioni sanitarie nel novembre dello scorso anno, tra cui Novavax, AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Si pensa che la Corea del Nord a corto di soldi stia usando le sue risorse statali per rubare e successivamente vendere informazioni sui vaccini, piuttosto che usarle per sviluppare la propria versione casalinga.
Sebbene la Corea non abbia segnalato alcun caso confermato di Covid, dovrebbe ricevere quasi 2 milioni di dosi di vaccino contro il coronavirus AstraZeneca-Oxford entro la prima metà di quest’anno attraverso il programma di condivisione dei vaccini COVAX dell’OMS.
Coraline Gangai