COREA DEL NORD. Nuova fase del Grande Gioco: Kim morde il freno di Pechino

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Il grande gioco nel Nord-Est asiatico è di nuovo in corso dopo che Pyongyang ha alzato i toni dopo l’annuncio di Washington della sua nuova linea politica verso la Corea del Nord. Il 2 maggio, i media statali nordcoreani hanno detto che Biden stava facendo un “grande errore” per aver definito il programma nucleare nordcoreano una seria minaccia, e hanno detto che gli Stati Uniti avrebbero affrontato “crisi sempre peggiori fuori controllo”.

In una dichiarazione separata, riporta Asia Times, il ministero degli Esteri di Pyongyang ha criticato gli Stati Uniti per la questione dei diritti umani, definita un insulto «alla dignità della nostra direzione suprema, guidata da Kim Jong Un». Sua sorella, Kim Yo Jong, nel frattempo ha rilasciato una dichiarazione in cui ha colpito la Corea del Sud per il suo fallimento nel fermare i volantini anti-Pyongyang fatti volare oltre il confine da un gruppo di disertori la scorsa settimana, definendola una “provocazione intollerabile” e avvertendo di “un’azione corrispondente”.

Kim Jong Un, che ha speso un considerevole capitale politico nella sua relazione diplomatica con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è sembrato delegare il ruolo di “poliziotto cattivo” a Kim Yo Jong, lasciando a se stesso la possibilità di fare lo statista buono. Significativamente, Pyongyang non ha scatenato nessun gesto di alto livello, come un test nucleare o un lancio di Icbm, da quando Kim è uscito dal suo isolamento e ha iniziato a impegnarsi in summit globali nel 2018.

Ma potrebbe aver perso credibilità tra la sua stessa élite per il fallimento dei suoi summit nel produrre risultati favorevoli. Con così tanti problemi economici interni generati dalla combinazione di sanzioni globali e chiusure di frontiera Covid-19 da affrontare, il regime sembra irrigidirsi piuttosto che ammorbidirsi.

A Washington, Biden ha affermato la sua priorità sull’Indo-Pacifico. Non solo ha fatto fare ai suoi segretari di stato e della difesa viaggi nella regione nel loro primo tour internazionale, ma ha anche incontrato il primo ministro giapponese Yoshihide Suga come suo primo ospite di controparte. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in seguirà in breve tempo, incontrando Biden il 21 maggio alla Casa Bianca.

E l’animosità tra Corea del Nord e Stati Uniti si gioca sullo sfondo più ampio di una rivalità Cina-Usa che non è stata smorzata nella transizione da Trump a Biden. La Corea del Nord è un alleato cinese, ma anche imprevedibile e problematico, mentre la Cina vuole la calma regionale. Nonostante la loro comune animosità verso Washington, è attualmente nell’interesse di Pechino mantenere Pyongyang tranquilla. Intanto la Corea del nord annuncia che non partecipare a selezioni calcistiche in Corea del Sud e prosegue nella sua battaglia di propaganda contro Seul, per dimostrare che è ancora capace di ringhiare, almeno.

E mentre la Corea del Nord può a volte sottostare ai voleri del “guinzaglio cinese”, la sua grave situazione economiche significa che non è in grado di farlo ora e che morde a stento il freno.

Antonio Albanese