COREA DEL NORD. Né il Wuhan virus, né l’ONU fermano Pyongyang dal mandare lavoratori in Cina

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La Corea del Nord ha adottato una serie di misure per prevenire la diffusione del coronavirus di Wuhan vietando l’ingresso ai turisti cinesi. Daily Nk riporta che i voli in entrata e in uscita sono stati fermati dal 23 gennaio, e le autorità stanno conducendo meticolose ispezioni dei passeggeri che prendono treni partiti dalla Cina e diretti a Pyongyang.

I viaggiatori anche con sintomi leggeri vengono messi in quarantena a Sinuiju perché non c’è ancora un vaccino per combattere il virus, per due settimane come misura precauzionale. Tutti i nordcoreani generalmente viaggiano attraverso Sinuiju quando entrano o escono dal paese. Sembra però che ci siano piani più ampi per impedire a chiunque si trovi a Sinuiju di andare a Pyongyang. Non ci sono informazioni disponibili su quanti siano in quarantena nella città.

Tutto questo, naturalmente, è un grosso problema per gli uomini d’affari che hanno da fare con la Cina e con Pyongyang. La gente è consapevole che il virus sta causando molti disordini sociali in tutto il mondo e che sarà un disastro se il virus si diffondesse dalla Cina alla Corea del Nord. 

Ma nonostante gli allarmi sanitari e gli alti rischi molti nordcoreani che lavorano in Cina, rientrati alla fine del 2019 in base alle disposizioni Onu, starebbero tornando in Cina. Da parte loro, si dice che le aziende cinesi sostengano il trasferimento perché preferiscono i nordcoreani con qualche anno di esperienza lavorativa in Cina, compresa la loro familiarità con il lavoro, riporta Daily Nk.

I lavoratori vengono dispiegati con la scusa della cooperazione e dello scambio professionale; le autorità nordcoreane stanno lavorando con i loro omologhi cinesi per produrre i documenti necessari per inviare questa nuova forza lavoro in Cina. 

Lo stratagemma usato sarebbe quello di farli figurare come affiliati ad una società per mantenere il pretesto degli scambi professionali tra i due Paesi; saranno poi inviati in ristoranti o fabbriche una volta ottenuta l’approvazione per l’ingresso in Cina; oppure nell’industria delle costruzioni in Cina.

Questa nuova forza lavoro nordcoreana sarà molto probabilmente dispiegata in città come Dandong o Shenyang nella provincia di Liaoning, o Yanji nella provincia di Jilin. Inoltre, non sono stati segnalati tentativi di rispedire i lavoratori nordcoreani nel loro paese in zone della Cina dove ci sono grandi concentrazioni di lavoratori nordcoreani.

Lucia Giannini