COREA DEL NORD. L’unica risposta agli Usa è la loro distruzione

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Il Segretario della Difesa americano James Mattis ha detto che l’Amministrazione Trump non vuole la guerra, ma spera nella completa denuclearizzazione della Corea. Ha esortato il regime di Kim Jong-un a fermare le provocazioni che minacciano una catastrofe per il mondo.

«Come ha chiarito il Segretario di Stato Tillerson, il nostro obiettivo non è la guerra, ma piuttosto la denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile della penisola coreana», ha detto il capo del Pentagono a Panmunjom all’interno della Zona demilitarizzata, Dmz (nel riquadro), che separa le due Coree.

Mattis ha detto che il Nord è governato da un regime oppressivo, mentre il Sud ha una democrazia fiorente e una società libera. Gli ha fatto eco il ministro della Difesa sudcoreano Song Young-moo, che ha sottolineato come i missili balistici e il nucleare di Pyongyang sono «armi che non possono essere usate (…) Se lo fa, dovrà affrontare ritorsioni da parte della forte forza combinata della Corea del Sud e degli Stati Uniti», riporta Yonhap.

Alle dichiarazioni di Mattis ha risposto un editoriale uscito nello stesso giorno del Rodong Sinmun che irride la politica Usa e minaccia la più dura reazione: «Gli Stati Uniti, orgogliosi di aver inasprito il più possibile la rete di sanzioni e pressioni, minacciano la Rpdc che non ci sarà via d’uscita a meno che la Rpdc non abbandoni le armi nucleari e, d’altro canto, sta cercando di persuaderci che la Rpdc vivrebbe meglio se il paese facesse un’altra scelta. Gli Stati Uniti sembrano considerare le sanzioni e la pressione militare come l’ultima carta della sua politica ostile nei nostri confronti, ma la stiamo contrastando con la strategia rivoluzionaria dello sviluppo simultaneo della costruzione economica e della costruzione di forze nucleari.

L’unica risposta che possiamo dare alla crescente minaccia di aggressione e di sanzioni e pressioni è la più dura risposta (…) Gli Stati Uniti si troveranno ad affrontare l’amara vergogna e la distruzione più grave se dovessero persistere nella loro politica ostile nei confronti della Rpdc».

Antonio Albanese