COREA DEL NORD. “Le vostre sanzioni causeranno la nostra risposta nucleare”

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Pyongyang continua a minacciare l’olocausto nucleare. «Le sanzioni e le pressioni imposte alla Rpdc dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli hanno raggiunto l’estremo. Lo sviluppo della potenza nucleare della Rpdc che gli Stati Uniti e i suoi vassalli usano come pretesto per le sanzioni è un risultato della politica estremamente ostile degli Stati Uniti e della sua minaccia nucleare contro la Rpdc e, pertanto, è una misura legittima e giusta per se stessi – per proteggere la sovranità e il diritto all’esistenza del paese e della nazione», così apre un cominciato del ministero degli Esteri della Corea del Nord, ripreso da Kcna il 16 giugno.

Il lungo comunicato ripercorre l’iter delle sanzioni: «Non un singolo articolo o disposizione della Carta delle Nazioni Unite e di altre leggi internazionali stabilisce che test nucleari o il lancio di razzi balistici costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali. Se, comunque, fosse così, i paesi che hanno condotto gran parte dei test nucleari e dei lanci di missili balistici finora devono essere soggetti a sanzioni prima di qualsiasi altro paese.

Tuttavia, gli Stati Uniti e altre forze ostili hanno costantemente imposto sanzioni e condotto campagne di pressione contro la Rpdc, mettendo in discussione il suo esercizio del diritto all’autodifesa e adesso stanno perseguendo apertamente l’intento criminale di soffocare completamente l’economia nazionale della Rpdc e impoverire la la vita delle persone.

Le loro sanzioni sono oggi diventate una barbarie perché tentano di cancellare i diritti all’esistenza e allo sviluppo dello stato e del popolo della Rpdc, distruggere la civiltà moderna e riportare il mondo all’oscurità medievale.

La stessa natura di queste sanzioni in contraddizione con l’etica umana e la civiltà si manifesta nel fatto che le forze ostili hanno preparato le cosiddette “risoluzioni sanzionali” del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel modo più spregevole e disonesto e le impongono sulla comunità internazionale.

Le “risoluzioni sanzionali” delle Nazioni Unite sono talmente sconcertanti che il divieto o restrizione di importazione e di esportazione da esse applicato ha incluso anche i beni di lusso, mentre elencano numerose entità e individui soggetti a sanzioni, con l’obiettivo di contenere le attività correlate allo sviluppo delle attività nucleari e balistiche della Rpdc. Queste “risoluzioni” stanno producendo serie infinite di episodi bizzarri e ridicoli.

Il divieto di esportare le risorse sotterranee, compreso il carbone, è stato ampliato indiscriminatamente e il controllo su oggetti “a doppio uso” è stato esercitato in un modo così negligente che queste misure hanno conseguenze negative per la vita dei popoli e le normali attività economiche».

Il comunicato nel ripercorrere la tipologia di sanzioni cui è sottoposto il regime di Kim Jong un  mostra quanto la popolazione nordcoreana sia afflitta da simili imposizioni e quanto le principali vittime di simili sanzioni siano proprio le persone che vengono private di beni essenziali come le medicine o le cure mediche adeguate perché «le sanzioni e la raccolta di blocchi mirati ad isolare e soffocare la Rpdc stanno andando oltre i limiti», quindi un effettivo impatto su Pyongyang lo stanno avendo.

«Gli Stati Uniti sono la causa primaria di questa frenetica campagna di sanzioni e di pressione sulla Rpdc. Non solo gli Stati Uniti le hanno fabbricato ma hanno provocato viziose “sanzioni di sanzioni” contro la Rpdc abusando del mandato dell’Onu e stanno tentando di trascinare tutti i paesi del mondo nella loro attuazione (…)  Le “sanzioni” di tutti i tipi che gli Stati Uniti hanno imposto alla Corea del Nord per più di mezzo secolo stanno diventando sempre più sconsiderate (…) L’amministrazione di Trump, appena eletto, ha annunciato la politica di “massima pressione e impegno” come sua politica verso la Rpdc e continua a inventare diversi tipi di “sanzioni”, incluse le “sanzioni per cittadini appositamente designati”  (…) Un rapido calcolo dimostra che 15 partiti e organi governativi, 73 altre imprese e entità e circa 90 individui della Rpdc sono attualmente iscritti nell’elenco delle sanzioni, insieme a 16 aeroplani e 20 navi commerciali, ma quasi nessuno di loro è associato all’ambito degli armamenti. Gli Stati Uniti stanno facendo anche disperati e frenetici tentativi per coinvolgere altri paesi nella campagna delle “sanzioni” contro la Rpdc. La segreteria di Stato statunitense ha dichiarato in una recente occasione che gli Stati Uniti hanno detto a tutti i paesi, tra cui Cina e Russia, che dovrebbero aderire nell’imporre “sanzioni” sulla Rpdc. Ha anche detto che se un paese afferma che l’importo totale del suo scambio con la Rpdc non supera i 5 milioni, gli Usa chiederanno al paese di ridurlo a 2 milioni. Ciò rivela pienamente la vera essenza degli Stati Uniti: una banda di rapinatori. Gli Stati Uniti hanno impiegato il “boicottaggio secondario” per raggiungere il loro obiettivo, e persone e imprese di altri paesi, tra cui la Cina e la Russia sono già stati loro vittime e hanno subito enormi perdite nella loro attività economica e nella gestione delle imprese, perché sottoposti a sanzioni.

Gli Stati Uniti stanno impegnando tutti i paesi che hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Rpdc ad interromperle o a farle scendere di livello, in brusca violazione delle leggi internazionali tra cui la Carta delle Nazioni Unite e la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche (…) La campagna delle sanzioni condotta dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli è un atto di aggressione contro la Rpdc per privarla della sua sovranità e dei diritti all’esistenza e allo sviluppo e per rovesciare in modo completo la sua ideologia e il suo sistema». Alla fine giunge la minaccia: «Gli Stati Uniti e i suoi vassalli che subiscono sempre sconfitte nel confronto politico-militare con la Rpdc possono ricorrere a sanzioni molto più spregevoli e barbare, ma non potranno mai controllare l’avanzata della Rpdc verso la vittoria finale della costruzione di un potente paese socialista (…) Poiché gli Stati Uniti e le altre forze ostili si fanno più frenetiche nelle loro mosse per imporre sempre più sanzioni e pressione sulla Rpdc, l’odio e la rabbia dell’esercito e del popolo del paese cresceranno più forte e la Rpdc accelererà ulteriormente il rafforzamento della sua forza nucleare per eliminare l’origine dell’aggressione e dei mali». 

Antonio Albanese